Di Maio e Salvini: come impoverire gli italiani

Siamo in recessione, lo spread è a valori alti, saremo gli ultimi in Europa per produzione di ricchezza, abbiamo 2.345 miliardi di debito pubblico e nei prossimi due anni si dovranno trovare 51 miliardi per sterilizzare l’aumento dell’Iva…

 

Nel frattempo, che cosa fanno i due vicepremier, Di Maio e Salvini? Altro debito pubblico, a carico degli italiani.

 

L’economia va male e, secondo le previsioni, andrà male.

Non ci vuole molto a capire che, se l’economia non va, ci saranno problemi per tutti.

In sintesi, aumenta la povertà.

 

Come si fa ad uscire da questa terribile morsa? Investendo.

 

I soldi non ci sono, dirà qualcuno. Non è vero.

Ci sono, invece, 150 miliardi, già scontati dall’indebitamento netto, dei quali 118 disponibili subito.

Che cosa fa il governo legastellato invece di fare investimenti? Aumenta il debito pubblico, vedasi quota 100 e reddito di cittadinanza, che non sono investimenti.

 

Come rimedia il Governo legatellato, ovvero il duo Salvini-Di Maio, al debito?

 

Ci hanno provato con l’oro alla Patria. Si ricordi la proposta di varare i Cir, i conti individuali di risparmio, tramite la collocazione di particolari titoli di Stato.

Aspettando i Cir, ovvero la donazione dell’oro alla Patria, il Governo ha messo gli occhi sull’oro della Patria.

 

L’oro è quello gestito dalla Banca d’Italia, che è un istituto di diritto pubblico, quindi le riserve auree sono già di proprietà dello Stato. Affermare che “l’oro degli italiani è degli italiani” (Borghi dixit) non ha senso perché lo è già.

La Banca d’Italia gestisce autonomamente le riserve auree in funzione della stabilità del sistema finanziario e dell’euro.

Il valore delle 2.452 tonnellate di oro è di circa 91 miliardi.

Si capiscono, allora, gli attacchi dei due vicepremier, Salvini e Di Maio, ai dirigenti dell’istituto bancario: dovrebbero servire ad assecondare certe iniziative pentastellate. Infatti, il presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Claudio Borghi, ha presentato una proposta di legge che, in sostanza, consentirebbe di vendere l’oro gestito dalla Banca d’Italia. Borghi parla di utilizzo, previo assenso di una maggioranza qualificata del Parlamento.

Il tutto serve a coprire l’aumento del debito, determinato dai prepensionamenti, dal reddito di cittadinanza e dai 51 miliardi previsti per i prossimi due anni.

 

Insomma, Lega e M5S, vogliono vendere i gioielli di famiglia per mantenere le loro insostenibili promesse elettorali. Vendere l’oro significa uscire dall’euro con conseguenze drammatiche che abbiamo più volte ricordato. Lo ricordino gli elettori, quando si recheranno alle urne in occasione delle elezioni europee.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc