
Anche interrogazioni parlamentari ci hanno chiarito che la bresaola Igp della Valtellina (forse una delle più quotate della filiera e vanto del made in Italy) non è prodotta con carni italiane né comunitarie. A darci l’occasione è stato il ministro Francesco Lollobrigida, che guida il dicastero di Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste (1). Una sua idea per affrontare i famosi dazi di Trump è di importare carne americana (in genere molto ormonata) e con essa produrre bresaola (che oggi non viene esportata in Usa per le precauzioni di quel Paese sulla mucca pazza) solo per il mercato Usa.
Geniale? Probabilmente Trump imporrebbe che l’industria italiana della bresaola si trasferisse – armi e bagagli – sul territorio Usa. Ma tant’è, le proposte spesso – anche se si fa parte del Governo – si fanno tanto per dire.
Comunque, una cosa importante abbiamo appreso. Quando andiamo al mercato e crediamo di essere gastronomicamente italiani acquistando questa bresaola, oggi sappiamo che la gastronomia (il made in Italy) non c’entra, e la nostra italianità è tale solo per forza lavoro e fiscalità.
Chissà quanti altri prodotti fiore all’occhiello del made in Italy seguono procedure simili. Il parmigiano reggiano e grana padano? La pasta fatta con la stessa pasta del tennista? Il Brunello di Montalcino? Il Chianti di varie fattorie toscane? Il Barolo e il Barbaresco? etc.. E’ possibile, soprattutto per i vini, dove al massimo le etichette ci dicono che è prodotto a Greve in Chianti o nelle Langhe piemontesi.
Chissà perché il nostro ministro non ha pensato anche ad altri prodotti. Che ci vuole importare latte e uve dagli Usa e preparare prodotti solo per il loro mercato. Concetto e pratica sono gli stessi della bresaola: vendiamo a quegli ingenui di americani il marchio “made in Italy” e diamo ai prodotti un gusto che li farà molto di più sentire a casa loro…e magari – Trump imperante – le aziende specifiche dovrebbero essere installate in Texas o Idaho… non in California, perché lì sono già pieni e ci tengono ai propri doc.
Il genio Lollobrigida avrebbe così trovato la chiave per venire incontro a Trump e ai suoi dazi, dandogli quel che vuole. Certo lavoro e fiscalità italiane ne risentirebbero ma – crediamo dica il nostro ministro – “non posso pensare a tutto io, a questo ci devono pensare i ministri Maria Elvira Calderone (Lavoro). Adolfo Urso (Sviluppo economico) e Giancarlo Giorgetti che deve far tornare i conti”.
Alla prossima…
1 – https://pagellapolitica.it/articoli/lollobrigida-bresaola-dazi-stati-uniti
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc