Il messinese chiede lavoro e dignità. Basta con le porcherie

Genovese, Buzzanca, Accorinti, De Luca: la gente scontenta e sfiduciata, delusa da un “miracolo Messina” troppe volte promesso e mai visto, quella sarà difficile da recuperare.

 

Parafrasando le parole di Papa Francesco in questa città c’è cibo e opportunità per tutti, ma non tutti possono mangiare nè lavorare, mentre lo spreco, la raccomandazione, la corruzione, la casa a chi non ha diritto, lo spazio commerciale dove non si potrebbe, l’abuso, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso del potere per altri fini sono davanti ai nostri occhi.

E’ doloroso constatare che la lotta contro la criminalità e la cattiva gestione della cosa pubblica viene ostacolata dalla “priorità del mercato“, e dalla “preminenza del guadagno“, che hanno ridotto l’uomo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria.

E mentre si parla di nuovi diritti, di trasparenza, regole, opportunità, l’affamato è lì, all’angolo della strada, e chiede diritto di cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base.

Ci chiede di poter lavorare, vivere con dignità, non elemosina.