Conte, se questo è il premier

Giuseppe Conte è il presidente del Consiglio dei Ministri che non è stato eletto, perchè la nostra Costituzione non prevede l’elezione del premier, e non è neanche parlamentare. Nulla di grave, salvo ricordare che esponenti del M5S rimproveravano, all’ex premier Matteo Renzi, quello che oggi accettano per il premier Conte.

 

 

Il presidente Conte è quello che, a gennaio scorso, neanche un mese fa, prevedeva un futuro luminoso per il nostro Paese e una crescita all’1,5%, quando era già noto che l’Italia era in recessione e tutti gli indicatori economici segnalavano una crescita asfittica. L’OCSE prevede addirittura una recessione per tutto il 2019.

Un po’ di ottimismo non fa male, direbbe qualcuno, ma la serietà e l’equilibrio dovrebbero accompagnare le dichiarazioni di un capo di governo, diremmo noi.

Il premier Conte si è insediato a palazzo Chigi il 1 giugno 2018, 9 mesi fa, certamente pochi, ma sufficienti per capire in quale direzione il governo si è mosso.

I segnali di recessione c’erano tutti e, invece di avviare un contenzioso con la Unione europea, che ha portato lo spread da 130 a 330 punti, con aggravio dei conti pubblici, occorreva tranquillizzare i mercati e avviare riforme e investimenti pubblici, avendo, tra l’altro, come ha dichiarato il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ben 118 miliardi di euro di investimenti immediatamente attivabili; si poteva mettere al lavoro, giorno e notte (è una frase che piace a questo governo) gruppi di lavoro per attivare le procedure necessarie. Non ci risulta nulla di tutto questo.

 

Sul Tav, al centro del dibattito di questi giorni, bastava riprendere quando stabilito nell’accordo tra il M5S e la Lega: revisione integrale dell’opera nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia, il che significa che occorreva interloquire con la Francia, prima di arrivare alla revisione del progetto, che tra l’altro ha avuto in precedenza ben 8 revisioni, o di avviare una analisi costi-benefici che doveva essere affidata a un gruppo di esperti indipendenti e non a persone che avevano già manifestato la loro contrarietà all’opera.

Ci sono stati 9 mesi di tempo per fare tutto ciò, ma si è arrivati alla scadenza per la presentazione dei bandi di gara con il pericolo incombente della perdita dei finanziamenti e il crollo della credibilità internazionale.

 

Il presidente del Consiglio, così dice la nostra Costituzione, dirige la politica generale e ne è il responsabile, mantiene l’unità di indirizzo politico e amministrativo, promuove e coordina l’attività dei Ministri.

Non pervenuto.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc