CETA, JEFTA e il pallottoliere per Di Maio

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Qualcuno deve aver dato un pallottoliere al capo politico del M5S, vice presidente del Consiglio dei Ministri, ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Perché mai? Vediamo.

 

Il ministro Di Maio, nel corso della assemblea della Coldiretti ha definito scellerato il CETA, il trattato di libero scambio tra Ue e Canada, e ha deciso che il Parlamento non lo ratificherà e che saranno rimossi i funzionari che sostengono il CETA.

E’ necessario che qualcuno spieghi al ministro Di Maio che la campagna elettorale è finita e che occorre leggere, meglio studiare, i documenti, per evitare le brutte figure come quelle relative al decreto Dignità.

L’accordo CETA, tra Ue e Canada, elimina i dazi sulla maggior parte dei beni e dei servizi e prevede il mutuo riconoscimento della certificazione per una vasta gamma di prodotti, inoltre, è stato creato un meccanismo trasparente di risoluzione delle controversie.

Qualche volenteroso, però, c’è sempre e, fornendo un pallottoliere al Di Maio, è riuscito, con fatica, a fargli capire che i conti non tornano e che è bene tornare a più miti consigli.

Per esempio, scorrendo il pallottoliere, si scopre che 41 dei nostri prodotti alimentari a denominazione protetta sono ora tutelati dall’accordo CETA, mentre prima non lo erano, e questi 41 prodotti rappresentano il 90% delle nostre esportazioni nel Nord America e, quest’anno, grazie agli accordi CETA, le nostre esportazioni verso il Canada sono aumentate dell’11%.

Così il Di Maio ha fatto marcia indietro e ha rimesso il CETA alle valutazioni in sede europea, per gli approfondimenti del caso.

Analoghe considerazioni possiamo farle per l’ accordo di libero scambio, denominato JEFTA, tra Unione europea e Giappone, firmato ieri. Sembra che il ministro Di Maio abbia dato via libera all’accordo.

Non è mai troppo tardi per imparare a usare il pallottoliere.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc