Governo, Rousseau e l’irrilevanza

Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), è stato un filosofo e scrittore svizzero. La sua notorietà iniziò con il libro il “Discorso sulle scienze e sulle arti”, nel quale criticava la civiltà come causa dei mali (a noi non risulta) ed elogiava la natura come depositaria di tutte le qualità positive e buone (compresi i terremoti, s’intende).  

Sosteneva che per garantire la rettitudine dei costumi, i governi dovrebbero manipolare l’opinione pubblica nella direzione della virtù, che è l’esatto contrario di quanto affermava con l’attribuzione al popolo del potere sovrano e solo suddito di se stesso.

A noi piace Montesquieu (1689-1755), filosofo e scrittore francese, che aveva una visione della vita umana multiforme e complessa, teorico della separazione dei poteri: il potere legislativo, quello esecutivo e il giudiziario che in Italia non abbiamo perché il giudiziario è un ordinamento.

Ricordiamo Rousseau perché è il nome della piattaforma informatica gestita dalla società Casaleggio Associati. Su quella piattaforma votano gli iscritti pentastellati, circa 115 mila.
Domani, gli iscritti saranno chiamati a esprimersi in merito al governo Conte 2. Il quesito è “Sei d’accordo che il M5S faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”.

Insomma, parrebbe che la sopravvivenza del governo Conte 2 sia legata alle decisioni degli iscritti.

Non è così.

Come è noto i governi si formano in Parlamento, non nelle piazze. Così è stato per il governo Conte 1, in accordo con la Lega e così è per il governo Conte 2, se ci sarà.

Sono, quindi i parlamentari a determinare la nascita di un governo.

Cosa dice, in merito, lo statuto del Gruppo parlamentare del M5S?
E qui cade l’asino.
Infatti, lo statuto prescrive che “i parlamentari si devono attenere al programma del M5S, agli indirizzi deliberati dall’Assemblea del gruppo e alle indicazioni degli organi del gruppo e tiene conto degli orientamenti ed indicazioni espresse dagli iscritti al MoVimento 5 Stelle”.
Ora, è di tutta evidenza che il “si devono attenere” è diverso da “tenere conto”. Il primo è un obbligo, il secondo no. Quindi, i parlamentari penta stellati possono infischiarsene del parere degli iscritti alla piattaforma Rousseau e votare il governo Conte 2.
Ci aggiungiamo che lo statuto del M5S prevede la ripetizione della votazione su richiesta del garante (Grillo) e del Capo politico (Di Maio), con l’obbligo del quorum. Ricordiamo che, gli iscritti non sono stati consultati per il voto, che è stato determinante, per attribuzione della presidenza della Commissione europea ad Ursula von der Leyen, indicata dal presidente francese Macron e dalla cancelliere tedesca Merkel.

Insomma, il voto degli iscritti alla piattaforma è irrilevante.

Tutto questo, mentre il Pil è sceso allo 0%, diminuiscono gli occupati stabili e quelli a termine, siamo in coda all’Europa per l’occupazione e si deve predisporre il bilancio 2020 che, eufemisticamente, è impegnativo.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc