Governo. Redde rationem

Redde rationem” è una asserzione latina che significa “rendi conto”. La troviamo nel vangelo secondo Luca, il quale racconta un episodio di un uomo facoltoso che, avendo dato in gestione i propri beni a un curatore, si accorse della conduzione allegra di costui, così lo chiamò e gli disse: “Rendi conto della tua amministrazione, perché tu non puoi essere più il mio amministratore”.

Questo passo del Vangelo potremmo applicarlo al governo lega stellato.

I due punti programmatici di Lega e M5S hanno dimostrato tutto la loro fallacia. Sono spese assistenziali a debito, come abbiamo più volte sottolineato, e non producono gli effetti decantati e promessi.
Dopo le istituzioni internazionali, si è espressa anche la Corte dei Conti che, nel suo Rapporto 2019, scrive che il Reddito di cittadinanza scoraggia e spiazza il lavoro legale, cioè favorisce il lavoro nero e su Quota 100 sottolinea che servono soluzioni strutturali e permanenti, cioè non toppe.

I due provvedimenti non producono occupazione né aumento del Pil.

In questa situazione nel 2020 si dovrebbero trovare:
a) 30 miliardi per la flat tax;
b) 23 miliardi per Iva e accise;
c) 9 miliardi per la correzione del deficit;
d) 3 miliardi per spese indifferibili.

In totale ben 65 miliardi!

Nel frattempo, il vicepremier Salvini deride la Commissione europea, definendo “letterina” la richiesta di chiarimenti sulla mancata riduzione del debito che, invece, il governo lega stellato vuole aumentare.

Salvini può raccontare favole al popolo degli elettori che lo ha votato e mostrare i muscoli all’Europa che non è intenzionata a accollarsi il debito italiano; neanche il suo amico e premier ungherese Orban vorrà accollarsi un solo euro, così come non si è accollato neanche un solo immigrato sbarcato sulle coste italiane. Mostrare i muscoli e prenderle non è una buona soluzione. La storia dovrebbe insegnare qualcosa.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc