Vi racconto l’esperienza di un malato nella stagione del Covid 19

di ANDREA FILLORAMO

Fare una lunga degenza in ospedale e avere l’occasione di incontrare persone guarite, dopo essere state in terapia intensiva perché colpite da Covid-19 e adesso dichiarate non infettive, costringe necessariamente a fare delle considerazioni, utili, ritengo, a tutti coloro che stanno vivendo (e siamo un po’ tutti) questa inaspettata esperienza con ansia.

 

Teniamo, innanzitutto, presente che uno dei più comuni disturbi dell’ansia è la paura, che è una forma più intensa del timore, che assale tutti noi, perché ci troviamo di fronte ad un pericolo, che rischia, però di diventare panico se si fa incontrollabile. Negli ultimi mesi, da quando un terribile virus, il Covid-19, si è diffuso in modo improvviso e rapido in vastissimi territori e continenti, seminando morte, sofferenze e miserie, facendo crollare le economie, molti sono coloro che hanno attraversato inconsapevolmente tutte le fasi del timore e sono precipitati nel panico più assoluto.

Non hanno pensato che nei confronti di questo virus sono state disposte, magari con ritardo, a mio parere colpevole, misure particolari di prevenzione e di lotta e una rete articolata di sorveglianza, ribadite con insistenza da tutti i mezzi di comunicazione. È stata, inoltre, costituita una Commissione Governativa, fatta da uomini di scienza, che, a volte in contraddizioni fra di loro (almeno cosi appaiono nelle trasmissioni televisive) ci comunicano ora la speranza o la certezza che il virus già è stato debellato e dichiarano la sua ” morte biologica”, ora che la strada che conduce al superamento dell’incubo sociale che assale è lunga e difficile da percorrere.

Abbiamo l’impressione che nulla o poco di questo virus si sa e che, quindi, dati i risultati finora ottenuti con le misure di prevenzione e controllo, non ci resta altro che necessariamente continuare con esse, allargandone le maglie quando è suggerito e imposto. Abbandoniamo l’ansia che ci assale nella consultazione di monitoraggi, statistiche, bollettini quotidiani, a parer mio, mal gestisti dalle televisioni, che non tengono conto degli effetti psicologici, che trasmettono soltanto paura specialmente sui bambini.

Non è facile assistere a scene raccapriccianti di carri militari contenenti molti feretri da traferire non si sa dove (e non lo sanno neppure i familiari) per una cremazione non autorizzata e senza l’autopsia, per cui la domanda è d’obbligo: ” e se la morte fosse avvenuta per cause e per patologie diverse dal Covid-19?”, “Per quali motivi le televisioni, anche quella di Stato ci hanno fatto assistere a quelle scene?”, “Il motivo è quello di farci tanta paura da farla diventare panico?”.

Se ciò fosse, sarebbe un errore formidabile da parte del servizio pubblico delle televisioni. Sono certo che nel futuro scopriremo quali misteri, finora nascosti, sono stati e sono consapevolmente tenuti nascosti, che sicuramente occultano un fallimento dello Stato e non soltanto una debolezza del Sistema Sanitario nell’affrontare una pandemia improvvisa.