Storie di vita: La paura, il contagio e il covid 19

di ANDREA FILLORAMO

Sono ormai molti i casi di suicidio durante l’emergenza Covid-19. Nessuno ne ha parlato e nessuno si è occupato di questa tragica emergenza. Il Covid-19 è stato sicuramente un detonatore per alcune fragilità già esistenti. Questo è stato affermato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, aggiungendo che l’emergenza sanitaria in corso potrebbe aver determinato anche un’emergenza di ordine psichiatrico, e non si è pensato di assicurare i livelli essenziali di assistenza nell’ambito della salute mentale, specie alla luce dell’emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo.

La domanda, quindi, che ci poniamo, che è la logica conseguenza delle incertezze manifestate da tanti sulle imposizioni dateci, è se il Governo, che ha deciso il lockdow al quale siamo stati obbligati con la minaccia di sanzioni, con il panico diffuso, con bollettini quotidiani, in cui viene comunicato il numero presunto ma mai accertato dei morti e ancora con la visione di carri che trasportano cadaveri, sia la causa dei suicidi e delle patologie psichiatriche che presumibilmente aumentano sempre di più, sulle quali non si è, per quanto risulta, opportunamente intervenuto.

Se è così il lockdow ha causato, forse più morti dello stesso virus, e le patologie psichiatriche che sono da esso prodotte sono forse più numerose di quanto si possa pensare. La politica sicuramente non ha tenuto conto che l’uomo non è solo l’homo economicus; non è fatto solo di corpo, ma è un’unità psico-fisica che ha anche un mondo di sentimenti che condiziona la stessa sua salute.

Il Governo, tuttavia, non è stato in grado, forse per incompetenza, a riflettere su questi problemi tanto importanti ma è stato impegnato ad ascoltare scienziati o pseudo scienziati, che in contraddizione e forse in lotta professionale fra loro, hanno rivelato la loro incapacità di controllare quel virus e hanno ribadito la necessità del rigore del lockdow.

Sicuramente i Signori Politici non hanno consultato psichiatri, psicologi, studiosi di scienze umane, docenti, dirigenti scolastici, sacerdoti, che stanno in mezzo alla gente; anzi hanno imposto loro, “ope legis” di chiudere i loro uffici, in parte le loro parrocchie e persino le scuole, vietando loro di gestire in autonomia anche se opportunamente guidata attraverso necessarie direttive, una pandemia inaspettata, ledendo, cosi, ogni diritto costituzionale, il senso più vero della democrazia, che non si può assolutamente imporre con decreti impositivi, che cambiano in continuazione e negano quanto precedentemente veniva imposto.

“La paura è umana ed è fondamentale. Però la paura, o peggio il panico, è anche cattiva consigliera”. A sottolinearlo è il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna intervistato dal Corriere sulla questione della sospensione delle messe per contenere la diffusione del coronavirus.

Certamente il popolo italiano, non è un popolo autolesionista e, quindi, dopo questa esperienza che ha cambiato il corso della sua vita, sa come difendersi da un virus, al di là delle contraddizioni degli scienziati, che dicono e non dicono, che affermano e negano contemporaneamente, utilizzando tutte le conoscenze acquisite, per risorgere e ritornare ad una vita normale.