Il Vangelo secondo Andrea Filloramo. Ma chi è veramente Papa Bergoglio?

di ANDREA FILLORAMO

Ma chi è veramente Papa Bergoglio? Sta egli rivoluzionando come alcuni pensano  il mondo  e non solo quello ecclesiastico, avviandolo verso la modernità, la giustizia, l’uguaglianza sociale, il rispetto verso il diverso, l’emigrato, il povero, di cui egli tanto parla, pur sapendo di non essere da tutti sempre ascoltato;  oppure è un “conservatore popolare”, come ce ne sono stati altri in Argentina che è la sua patria d’origine, molto vicino alla destra “peronista”, che, messo a capo della Chiesa Romana fortemente in crisi anche per le dimissioni del suo predecessore, ha cercato e cerca di operare e dimostrare solo di avere un piglio decisionista, facendosi scudo e dandosi forza ed energia   con il  “gesuitismo”, cioè con quella linea sistematica del pensiero e dell’azione dei gesuiti, polemicamente additata come esempio di spregiudicata diplomazia, tanto da essere considerato da acritici commentatori ora un comunista, ora un “ciarlatano” ora addirittura un papa abusivo, un antipapa, uno che non vuole  incidere molto sulla scorza di un tradizionalismo anche dottrinale duro a morire?

È estremamente difficile rispondere a queste domande che s’impongono non tanto a noi, spesso dialetticamente trascinati in questioni che tolgono spazio a giudizi non tendenziosi, quanto agli storici del futuro che saranno chiamati a indagare su fatti del passato e quindi anche sulla persona, sull’operato ma anche sugli enormi problemi della Chiesa Cattolica che papa Francesco sta ora affrontando.

Nella storia si deve necessariamente parlare, infatti, non di opinioni che sono sempre soggettive ma di prove, di documenti, di fonti, di critica storica che, come sappiamo, ha per oggetto la rivisitazione e la reinterpretazione di fatti e comportamenti relativi a personaggi del passato.

Rimane cosa certa, però, che Papa Bergoglio proviene da una chiesa strutturata e complessa, fatta, sì, da lacerazioni, drammi, crimini, persecuzioni e da una realtà metropolitana dura, com’è stata quella argentina, non facilmente comprensibile dagli europei e dagli statunitensi, di cui egli aveva una lunga esperienza fattuale e anche politica, ma l’arcivescovo di allora sapeva come muoversi e reagire.

Adesso, nel poco tempo che gli concede la Provvidenza, invece lo stesso Bergoglio deve governare una Chiesa universale che ha un passato, che ha poco in comune con la chiesa argentina, che è estremamente “pesante”, perché fatto di “incrostazioni”, di “malesseri”, di “abitudini”, di “lotte”, “separazioni”, “scismi” ed “eresie” e, particolarmente, di “controlli”, fatti da una Curia a volte “riottosa” che rallenta e ostacola ogni innovazione.  

Alcune cose fatte da Papa Francesco, però, sono certe e tutti dovrebbero riconoscere.

Bergoglio, per esempio, è il Papa che oggi si impone all’ammirazione di tutti perché rappresentante di un partito, quello dell’assoluta trasparenza, che ha fatto dell’onestà e della povertà non solo a parole, le virtù per eccellenza del cristiano che egli per primo sta praticando.

È, inoltre, il Papa che ha obbligato e obbliga con un motu proprio i vescovi minacciandoli anche di deporli dalla loro diocesi alla caccia ai preti pedofili, contro i quali ha continuato una lotta iniziata dal suo predecessore, credendo di potere guarire la Chiesa da questa piaga che infetta mortalmente il clero.

Ha proclamato che il sesso è un dono di Dio e per tal motivo, non si sente di giudicare i gay: giustificandosi dicendo: “chi sono io?”, anche se non ha tratto tutte le conseguenze e se non ha accettato il matrimonio egualitario sostenendo che le nozze gay sono “la distruzione del piano di Dio”.

Ha lottato per il riconoscimento del diritto dei divorziati ad accostarsi all’Eucaristia.

Ha aperto le porte, ancora non spalancate, al sacerdozio dei “viri probati”, anche se sposati e messo nell’agenda l’abolizione del celibato ecclesiastico, anche se ha riconosciuto tacitamente che ancora i tempi non sono maturi per una decisione del genere che creerebbe una grande rivoluzione nell’organizzazione della Chiesa.

Molti altri punti qualificanti del suo pontificato ancora si potrebbero citare.

Conosciuta in tutto il mondo è, infine, l’EsortazioneFratelli tutti”,  con cui il Papa si rivolge a tutti gli uomini e al mondo intero, scosso dalla pandemia e lacerato da flagelli come le guerre, la povertà. ed esorta ad agire insieme, a “far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità”. 

“Sogniamo – scrive – come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!”. Di fronte “a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri”, l’invito del Pontefice è quello “di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole”. Il Papa esorta ad aprire vie di fraternità, adandare al di là delle distanze dovute all’origine, alla nazionalità, al colore o alla religione”.

Concludendo: di recente Lucio Brunelli ha pubblicato un libro che citiamo: “Papa Francesco. Come l’ho conosciuto io” (Edizioni San Paolo, febbraio 2020).

Egli scrive nella presentazione: “Papa Francesco suscita sentimenti forti e contrastanti nell’opinione pubblica, al punto che, a sette anni dall’elezione, nel fragore delle polemiche e tra tante forzature mediatiche, si fatica un po’ a distinguere il volto più veritiero del Pontefice”.

Lucio Brunelli, giornalista che iniziò a frequentare Bergoglio quindici anni fa, racconta il Francesco più “vero”, quello che ha conosciuto e seguito da vicino.

Il suo, quindi, è un diario di ricordi basato su colloqui, lettere, telefonate, ricco di episodi inediti e curiosi, scritto con la penna di un giornalista che sa raccontare, con rispetto e amicizia, gli eventi grandi e piccoli di cui è stato testimone.

Un libro il suo che val la pena di leggere per conoscere un Papa venuto “da molto lontano” che in poco tempo è diventato il più grande leader spirituale del mondo e sul quale è puntata l’attenzione di tutti, cattolici e non cattolici.