IL MONDO OCCIDENTALE E’ MORTO. POSSIAMO FAR NASCERE UN NUOVO MONDO?

La propaganda strumentale scatenata dal movimento Black Lives Matter (BLM) contro l’Occidente bianco colonialista e soprattutto contro la sua Storia ha messo in moto un dibattito culturale che per certi versi potrebbe avere degli aspetti positivi. Innanzitutto dovrebbe spingerci a studiare la nostra Storia, a conoscere i nostri valori.

I gravi episodi di sistematiche profanazioni e incendi dolosi di centinaia di chiese e luoghi di culto, come la cattedrale di Nantes in Francia, gli attacchi alle statue da parte dei cosiddetti movimenti antirazzisti e marxisti dovrebbero farci

«comprendere che in gioco non ci sono solo gli edifici, ma la nostra civiltà, la cultura di rispetto e collaborazione che abbiamo creato grazie al senso di fratellanza originato dalla fede cristiana. L’affievolirsi di questa fede sta mostrando i suoi effetti negativi sull’intero Occidente, che sembra aver perso non solo la sua anima profonda, ma le stesse ragioni per vivere, per combattere, per difendere la sua storia (ed infatti nell’altra parte del mondo le statue e le chiese si attaccano volontariamente a conferma della china autodistruttiva assunta dalla civiltà occidentale che ha perso la sua identità)» (Lettera,“Incendio delle chiese, è una civiltà che muore”, 22.7.2020 in LaNuovaBQ.it)

Certo dobbiamo prendere atto che il nostro Occidente, quello cristiano non c’è più, è finito, ormai è defunto. I segnali sono tanti, a cominciare dall’“inverno demografico” in cui siamo sprofondati. E’ un dato di fatto, soprattutto l’Occidente ha scelto da tempo, di non fare figli e in questa situazione, i cristiani non sono più la maggioranza, ma una minoranza per giunta divisa. Altri segnali di evidente decadenza sono le varie legislazioni votate nei parlamenti europei e non dichiaratamente anticristiane e che non tengono conto neanche della legge naturale.

Lo storico delle civiltà Arnold Joseph Toynbee sosteneva che salvo poche eccezioni, non ci sono civiltà che sono state uccise, ma solo civiltà che si sono suicidate. Questo vale soprattutto per la nostra quella occidentale, che come spesso affermava Giovanni Cantoni, da tempo ormai si trova nello stato di putrefazione simile a una balena spiaggiata, impossibilitata a prendere il largo proprio perchè morta.

Come possiamo salvarci dalla decadenza morale in cui siamo immersi, innanzitutto iniziando a combattere la nostra stessa indifferenza verso la nostra fede, la nostra storia, il nostro patrimonio artistico e culturale e la nostra stessa civiltà.
Perché se abbandoniamo la civiltà cristiana, essa sarà sostituita da quella di altri. Il laicismo lascia un vuoto di valori, ma ogni vuoto è destinato ad essere riempito. (E in Occidente infatti si chiudono – o si incendiano – le chiese, ma si continuano a costruire moschee).

I cristiani dovrebbero sapere che hanno il dovere di evangelizzare, occorre ricostruire un mondo dalle fondamenta, una nuova civiltà, e perchè no, magari una nuova cristianità, ma questo non avverrà in breve tempo, ci sono i tempi della Storia, occorre avere pazienza.

E la via per costruire un nuovo mondo avverrà attraverso la conversione, così è stato nei primi secoli della storia della Chiesa, «quando i pochi cristiani convinsero i molti pagani che la Verità e il Bene erano entrati nella storia e l’avevano definitivamente cambiata. Nacque così una cristianità attraverso un lungo e paziente lavoro di semina: molti persecutori si convertirono, cambiò la cultura e si modificarono i costumi. (Marco Invernizzi, La pazienza storica, 21.7.2020, in alleanzacattolica.org)  Allora, «non nacque – precisa Invernizzi – un mondo perfetto, di soli buoni, ma una civiltà dove essere cristiani non era più un atto eroico, dove i santi divennero i modelli, anche se poco imitati. Perché nascesse quel mondo fu necessaria una pazienza sapiente, che additava come esempio l’eroismo dei martiri e contemporaneamente riaccoglieva con misericordia i tanti lapsi, che avevano tradito la fede, chinandosi sulla loro debolezza».

Tuttavia secondo il reggente nazionale di Alleanza Cattolica, «oggi quel mondo è finito e vivere da cristiani ritorna a essere un atto eroico. Lo è stato nell’epoca delle ideologie, lo sarà nell’epoca della dittatura del relativismo, quando il pensiero unico indurrà i buoni a tacere per paura di dire la verità e di essere perseguitati». Lo stiamo vedendo in questi giorni con gli attacchi mossi dai gruppi Lgbt nei confronti di chi osa criticare i matrimoni omosessuali, l’utero in affitto, sostenere la famiglia, il matrimonio eterosessuale.

«Tuttavia questo mondo frutto della semina della zizzania è fragile perché basato su una menzogna, come lo era il “socialismo reale”: spetta a chi ha avuto il dono della fede seminare la speranza nella possibilità di far nascere un mondo diverso così come è avvenuto nel corso della prima evangelizzazione. Ma per farlo va coltivata quella pazienza storica che Cantoni sempre raccomandava di fronte al male, ai malvagi, che pure possono convertirsi, agli insuccessi e alle difficoltà che non mancheranno mai».

DOMENICO BONVEGNA

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