GRAZIE PADRE LIVIO!

Un doveroso ringraziamento particolare in questo momento di pandemia lo merita padre Livio Fanzaga, direttore della mitica Radio Maria. Mentre il mondo si lascia andare in un profluvio di dichiarazioni, di interviste e di commenti in merito al Covid 19, le sue parole, le sue riflessioni, sono spiragli di luce in quest’epoca di buio. Padre Livio si sforza di dare una solida risposta spirituale al tempo che stiamo vivendo. Invita i suoi radioascoltatori in modo chiaro e netto a vivere un’esperienza personale con Gesù che, solo lui da lunghi secoli, sa offrire anche nella malattia grave, la cura completa per la totalità della persona: spirito, anima, corpo.

In questi giorni alcune sue dichiarazioni sul virus, in particolare quando legge e commenta “la lettura cristiana della cronaca e della storia”, hanno acceso delle reazioni mediatiche ben orchestrate con lo scopo indiscusso di infamare il grande lavoro di apostolato e di evangelizzazione che sta facendo Radio Maria nel mondo.

A scandalizzarsi per le parole del sacerdote sono i soliti giornali come la Stampa, il Corriere, Repubblica, e questo è comprensibile perché fanno il loro lavoro, ovvero costruire il mondo senza Dio. Si comprende meno quando però a criticare padre Livio sono giornali cattolici come Avvenire.

Repubblica del 19 novembre scorso fa una dettagliata radiografia della radio diretta da padre Livio, tra bilanci, entrate, donazioni e frequenze, con buone dosi di scherno e di ironia, non tralascia di infangare: «il prete dalle parole rigide […] ha trasformato Radio Maria nella palestra della destra reazionaria italiana. I nemici sono i comunisti e i migranti, gli islamici e gli omosessuali. Quelli che vogliono spalancare la porta al diavolo». Questi secondo Repubblica sono i nemici della radio, «gli amici sono invece i cattolici integralisti, le associazioni antiaborto, i genitori che curano i figli omosessuali». (G. Foschini, F. Tonacci, L’ultradestra dell’etere. Un intrigo di società dietro Radio Maria, 19.11.20, La Repubblica)

Per la verità non tutti gli interventi su padre Livio sono stati dissacranti, merita essere segnalato quello del vicedirettore de La Verità  Borgonovo. «Padre Livio è il nemico perfetto di chi ci vuole zombie». Nel circolo mediatico cominciavano a scarseggiare i nemici del popolo, ecco che hanno trovato nientemeno che un prete. «Padre Livio il nemico perfetto del giacobinismo scientifico; lo si può accusare di bigottismo, oscurantismo, tradizionalismo, clericofascismo […] può venir presentato agevolmente come l’alfiere della superstizione, il curato del romanzetto che si oppone alle radiose verità della Scienza (con la maiuscola)». (Francesco Borgonovo, Gli oscurantisti del Covid contro il prete che osa evocare satana, 17.11.20, La Verità)

E se hanno scodellato le impressionanti dati di ascolto della sua emittente, per Borgonovo, lo hanno fatto soltanto per mostrare quanto male faccia sulle menti deboli e ottenebrate dalla fede. Addirittura Flavia Perina, l’ex direttrice del glorioso Secolo d’Italia, ha collocato padre Livio nella “bolgia dei negazionisti”.

Tuttavia è interessante continuare a citare Borgonovo: «Impedire a qualcuno di pensare che il male venga dal demonio significa sostanzialmente, proibirgli di essere cristiano». Inoltre chiarisce che il sacerdote «non viene contestato di aver sobillato gli italiani invitandoli a sfasciare le piazze; non gli viene rimproverato di aver teorizzato la consapevole violazione del Dpcm. No, nel mirino prima di tutto c’è la fede (se avesse descritto il covid come un flagello derivato dalle offese alla “Madre Patria” non lo attaccherebbero così)». Comunque per Borgonovo il “bigotto medievale”, non è padre Livio, che non va in cerca degli untori, come stanno facendo in queste ore, il governo e i Media nei confronti del vrilogo Crisanti, ex gloria nazionale, caduto in disgrazia in poche ore perché “reo” di aver espresso la sua motivata opinione sul vaccino che non sarà una panacea.

Ma che cosa ha detto il direttore di Radio Maria di tanto scandaloso?

Le sue parole esatte, possono essere lette sul sito di Radio Maria: «Per quanto riguarda l’origine della pandemia ho avuto fin dall’inizio l’impressione che non fosse casuale. Mi è parso un fenomeno troppo grosso per essere tale. Mi ha inoltre fatto pensare il fatto che proprio l’Occidente sia la parte del mondo più colpita di altre. Probabilmente non sapremo mai qual è l’origine della pandemia ma, fino a prova contraria, a mio parere resta sul tavolo l’ipotesi che possa essere stata provocata volutamente. Mi auguro di no e vorrei essere smentito. Può anche essere che l’uscita del virus da qualche laboratorio di armi biologiche sia stata un infortunio». Questa è la 1° ipotesi, la 2°, riguarda Satana, una parola impronunciabile nel mondo del giornalismo e, in generale, fra gli intellettuali che scrivono sui “giornaloni”, tutti succubi del laicismo: «Se fosse vero (e spero di no) che la pandemia sia un progetto provocato da chi vuole costruire un “uomo nuovo” e “un mondo nuovo” sulle nostre spalle e a nostra insaputa, è ovvio che per un cristiano la mente ispiratrice non può essere che il maligno».

Per queste parole, gridando al “complotto”, il partito del politicamente corretto, ha riempito i media con articoli scandalizzati. Il sacerdote, più volte aveva sottolineato che i suoi ragionamenti erano ipotesi, e che le ipotesi sono opinioni che si possono cambiare di fronte a nuovi fatti che mutassero il quadro della situazione.

“L’impressione che ho, anche questa è un’ipotesi mi raccomando, è che il mondo dei media, i “giornaloni“  come li chiama padre Livio, detesti Radio Maria e cerchi sempre l’occasione per metterla in cattiva luce presso l’opinione pubblica. Diversamente non si spiegherebbe tanto accanimento e l’andare a ripescare una trasmissione precedente di diversi giorni, che per un quotidiano significano mesi se non anni”. (Marco Invernizzi, Radio Maria e il divieto di avanzare ipotesi, 18.11.20 in alleanzacattolica.org)

Nello stesso intervento il reggente nazionale di Alleanza Cattolica insiste sulla questione del male nel mondo, che il virus sia un male anche un ateo non può non riconoscerlo. «E allora qui si apre un tema antico quanto l’uomo, cioè quale sia l’origine del male. Il male può essere provocato o casuale, voluto o frutto di un incidente di laboratorio». Il male può essere casuale ma venire sfruttato da qualcuno per accrescere il proprio potere. E’ un dato di fatto, il sistema sociale del mondo occidentale sta cambiando sotto la spinta della diffusione del virus.

Non c’è bisogno di gridare al complotto, basta guardare la realtà: «I piccoli chiudono e le grandi multinazionali guadagnano sempre maggiori spazi commerciali. Per fare un esempio, le librerie chiudono e Amazon aumenta il fatturato, oppure i tassisti vendono le loro licenze e vanno a lavorare come dipendenti appena ne trovino la possibilità. Questo significa che nel giro di non molti anni il mondo occidentale cambierà aspetto, se continuasse questa tendenza: meno proprietari, più concentrazione di potere economico in poche mani, in pratica il contrario di una società equilibrata basata sui principi di sussidiarietà e solidarietà».

Pertanto il male esiste, non è un complotto chiedersi quali possano essere le cause naturali e soprannaturali (per chi ha il dono della fede). A questo punto non è illogico chiedersi se esiste un progetto, oppure se qualcuno si sta approfittando di qualcosa che è accaduto ed è sfuggito di mano, oppure se siamo completamente in balia di una situazione andata fuori controllo. Credo che fare delle ipotesi e parlarne sia doveroso e necessario. Il complotto sarebbe impedire di affrontare il tema.

Infine Invernizzi con profondo rammarico rileva che il mondo cattolico, tranne uno sparuto gruppo, non sta difendendo padre Livio di fronte al linciaggio mediatico che mira evidentemente a screditarlo. «Mi ha fatto male – scrive Invernizzi – l’intervento quasi appassionato del direttore del quotidiano dei vescovi italiani, Marco Tarquinio, per prendere le distanze dal direttore di Radio Maria su Avvenire del 17 novembre. Si parla tanto di non dividere, di unire, di non creare contrapposizioni e, poi, si evita di affrontare benevolmente un’ipotesi avanzata da un confratello nella stessa fede».

Può capitare di peggio, l’anno scorso in una parrocchia del messinese, mi è capitato di confidare a un giovane prete di aver letto “L’inganno del modernismo” di padre Livio, il prete mi ha brutalmente ripreso che non dovevo leggere un libro scritto da un eretico.

E sulla deriva del mondo cattolico si è espressa anche La Nuova Bussola quotidiana, che ha giudicato negativamente le risposte ai lettori del direttore di Avvenire. E poi in conclusione, possiamo leggere, «non è solo un problema di incomprensione. Questi bravi cattolici, che quotidianamente da ogni pulpito vogliono insegnarci la tolleranza e il dialogo, quando sentono parlare di Satana, di Giudizio di Dio diventano intolleranti e violenti e pretendono che si facciano tacere certe voci. È da costoro, più che dai media laicisti, che padre Livio e Radio Maria devono guardarsi». (Riccado Cascioli, Radio Maria e i cattolici che la vogliono far tacere, 19.11.20, LaNuovaBQ.it)

DOMENICO BONVEGNA

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