Coronavirus, il nostro nemico è il panico o qualcos’altro?

Molti politici e personaggi pubblici affermano che il panico sta producendo più danni del virus. Si riferiscono all’economia e non comprendono come anch’essa sia legata alla reale situazione socio-sanitaria del paese. Sinceramente quando parlo con la gente non noto panico, ma coraggio e solidarietà…

di Roberto Malini
 
Molti politici e personaggi pubblici affermano che il panico sta producendo più danni del virus. Si riferiscono all’economia e non comprendono come anch’essa sia legata alla reale situazione socio-sanitaria del paese. Sinceramente quando parlo con la gente non noto panico, ma coraggio e solidarietà.
Il vero nemico non è la preoccupazione della gente, ma il coronavirus, che richiede serie misure di contenimento e precauzioni da parte di tutti, visto che è altamente contagioso.
Il nostro paese ha peccato di presunzione e non ha adottato le procedure idonee a ridurre il numero dei contagi, così ci troviamo ad avere oltre 1500 malati e un numero di vittime impressionante: 34 persone. Ora è tempo di lavorare per la salute della cittadinanza, senza diffondere ottimismo a tutti i costi, perché sottovalutare la patologia, paragonarla a un raffreddore significa indurre la popolazione a comportamenti imprudenti. Bisogna essere informati e comportarsi con le necessarie cautele sanitarie, perché far finta che il virus non ci sia non ne riduce i drammatici effetti.
Tutti noi dobbiamo essere attenti e forti. Ridurre i rischi di contagio e rallentarne la diffusione, augurandoci che istituzioni e autorità non commettano più errori e che sia sviluppata una cura o, più probabilmente, un vaccino accessibile a tutti. Pare che Israele sia molto avanti, in questo senso, ma ovviamente dobbiamo attendere un po’ di tempo prima che il vaccino sia nelle farmacie. Quindi abbiamo il dovere di restare uniti, solidali e responsabili, in attesa della fine di questa minaccia.