A denti stretti: chi gestisce la sanità lombarda ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare

Ha proprio ragione Roberto Saviano ospite della trasmissione radiofonica ‘Circo Massimo’ su Radio Capital che riferendosi all’emergenza sanitaria della Lombardia, causata da coronavirus, sostiene che “la sanità lombarda ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Fontana probabilmente è uno strumento dei grandi potentati privati che gestiscono la sanità lombarda e non solo. La Lega si è vantata per anni di aver costruito la migliore sanità d’Europa, e tutto questo in gran parte si è dimostrato falso”…

 

Di ANDREA FILLORAMO

Ha proprio ragione Roberto Saviano ospite della trasmissione radiofonica ‘Circo Massimo’ su Radio Capital che riferendosi all’emergenza sanitaria della Lombardia, causata da coronavirus, sostiene che “la sanità lombarda ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Fontana probabilmente è uno strumento dei grandi potentati privati che gestiscono la sanità lombarda e non solo. La Lega si è vantata per anni di aver costruito la migliore sanità d’Europa, e tutto questo in gran parte si è dimostrato falso”.

 

Si è dimostrato falso perché il sistema sanitario in cui molto generosamente si cedeva al privato, era al collasso; si è dimostrato falso perché non si è tenuto conto  delle denunce, delle storture, dei ritardi, della corruzione, della mancanza di una politica sanitaria che ponesse un argine ad una eventuale pandemia che ha fatto diventare la Lombardia, com’è avvenuto, la prima regione d’Italia per morti per coronavirus; si è di dimostrato falso, infine, perché le case  degli anziani non sono state isolate per tempo e non sono diventate, perciò, dei fortini per difendere gli anziani dal coronavirus e perciò esse ogni giorno trasmettono abbondanti bollettini funebri sicuramente agghiaccianti.

Basta oggi riflettere un poco e, senza sforzo, rammentiamo che la Lombardia è il territorio di Silvio Berlusconi e della Lega e che la Regione è stata il feudo di Roberto Formigoni, per molti anni presidente, condannato con sentenza definitiva a 5 anni e 10 mesi di carcere per gravi episodi di corruzione, innestatisi proprio sul rapporto tra potere regionale e sanità privata. Vittorio Emiliani nel ‘Fatto quotidiano’ di Formigoni scrive: “il Celeste, sempre casto e però come pochi vocato a feste, crociere, lussi, ad apericene con improbabili giacche rosa o arancio, e agli affari sostanziosi. Celeste, un soprannome datogli da amici brianzoli, intanto azzurro come i Berluscones e poi un po’ orientaleggiante no? Lui è stato il vero “inventore” della privatizzazione della sanità pubblica lombarda già ottima in realtà prima delle Regioni”. Basta ancora riflettere e pensare che un peso nella politica lombarda l’ha avuto e ancora ce l’ha Matteo Salvini, in quanto segretario della Lega e compagno di cordata di Fontana ha sempre sostenuto e vantato il sistema sanitario lombardo.

Quando Salvini parla di lavoro, di economia, di disoccupazione, di  immigrati che rubano il lavoro, di salute, le sue parole vengono proferite da  un “politico di professione” senza credibilità, da uno che mai ha lavorato nella sua vita, da un noto assenteista nei ruoli che ha ricoperto come consigliere comunale, deputato europeo, deputato e senatore nel parlamento italiano e addirittura come ministro degli interni, riconosciuto tale dal tribunale al quale si era rivolto per difendersi da  questa accusa che voleva far apparire come una calunnia.

Salvini strumentalizza infatti, e sa come strumentalizzare persino le morti causate da coronavirus, morti queste, che se prima erano degli immigrati, adesso sono dei milanesi come lui. Ma fino a un mese fa non si credeva a quel che stava succedendo. I nodi, però, tutti i nodi sono venuti al pettine. E’ stato tolto il velo e sono stati scoperti in Lombardia gli infettati dal coronavirus e i morti, questi ultimi di numero maggiore di ogni altra regione italiana, più di 12000 in due mesi, un numero spaventoso, che al solo pensiero non fa dormire di notte i lombardi e chi abita in Lombardia.

Certo che qui stiamo vivendo nella paura, che aumenta ogni giorno, vedendo come il Presidente Fontana non sa che pesci prendere, che posizione avere, quali sono le decisioni nel passaggio al momento necessario di rallentare, per quanto possibile, le restrizioni alle quali siamo obbligati, per dare respiro ad un’economia morente. È assurdo, pertanto, che egli neghi al pomeriggio quello che aveva pensato al mattino: ci va di mezzo la nostra vita.