La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo

di ANDREA FILLORAMO

Il Papa sorprende ancora e nomina il cardinale Franco Montenegro, metropolita di Agrigento, padre sinodale per i lavori del Sinodo sulla Famiglia che si terranno a Roma nel prossimo ottobre. che avrà come tema ”La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. “Sono stato preso ancora una volta alla sprovvista, non me l’aspettavo per niente. Mi stupisce questa attenzione che il Papa ha per me. Ma la metto in sintonia con quanto lui mi ha detto che il mio deve essere un servizio. Lui adesso mi chiede questo ulteriore servizio ed io per essere fedele ai miei impegni non posso se non dire di si, e continuare a lavorare così come so e come posso sempre per il bene della Chiesa”. Il cardinale messinese, quindi aiuterà il Papa e il compito sarà molto arduo, a trovare soluzioni concrete alle tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare e a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie. Egli, seguendo le linee programmatiche del Papa farà in modo che la Chiesa accantoni il rigorismo con il quale ha sempre trattato i problemi per sostituirlocon la misericordia, da considerare “il cuore della dottrina cristiana”. “Solamente una mentalità ristretta può difendere il legalismo e immaginare misericordia e dottrina come due cose distinte. In questo senso la Chiesa, ai nostri giorni, ha compreso che nessuno, qualunque sia la sua posizione, può essere lasciato solo. Dobbiamo accompagnare le persone, giusti e peccatori”, Cosi scrive il Card. Cottier”. Per Cottier, “sembra che la gente oggi non senta più il bisogno del matrimonio, lo slancio dell’impegno pubblico a vita. Il vivere in coppia sembra ormai un fatto privato, sempre aperto al possibile cambiamento”. Dal punto di vista cristiano, il matrimonio è “l’elevazione di un’istituzione naturale alla dignità di sacramento. Essa non indica che si aggiunga una modalità soprannaturale a una realtà che resta sostanzialmente naturale; significa invece che la sacramentalità conferisce a questa realtà, che si presenta quindi come causa materiale, una forma nuova, un’essenza, un’identità nuova. Ci si può chiedere – prosegue il Teologo – se alcuni rappresentanti dell’autorità ecclesiale non abbiano agito sotto l’influenza di quella prima concezione, come se ciò a cui si dovesse badare in primo luogo fosse il sostegno che si ritiene che le strutture legislative della società temporale debbano fornire ai cristiani nella loro fedeltà propriamente ecclesiale”. Ciò che preoccupa di più il Teologo svizzero, a ogni modo, “è il fatto che non si è intrapreso nulla che sia veramente innovativo a livello propriamente ecclesiale, per attuare una pastorale nuova di preparazione al sacramento del matrimonio che risponda alla gravità della crisi, mentre la pratica attuale è divenuta insufficiente, e spesso ha più l’apparenza di una formalità che di un’educazione a un impegno che duri tutta la vita”. Quanto alla formula “divorziati risposati”, “di natura canonica”, essa “non è felice”, per il Teologo domenicano: “È troppo generica e si applica a situazioni fondamentalmente diverse. Indica il fatto che una o più persone, divorziate da un matrimonio sacramentale, indissolubile, hanno contratto un matrimonio civile. Questo secondo matrimonio non annulla il primo, né si sostituisce a quello, che resta l’unico matrimonio e che la Chiesa non ha il potere di sciogliere. Il giudizio pastorale non può ignorare l’origine di ciascuna di queste due unioni. È una questione di semplice equità”. La Chiesa che cambia e Papa Francesco che apre alla società moderna. I messaggi di innovazione che arrivano dal Vaticano sono forti, sempre più forti. Ma come è inevitabile che sia, per il Papa, come per il cardinale Montenegro, c’è nella Chiesa, a causa delle accennateaperture del malcontento, capeggiate dalcardinale Camillo Ruini e altri dieci suoi "colleghi", che hanno scritto un libro che uscirà prima dell’apertura del Sinodo, con il seguente titolo"Undici cardinali parlano di matrimonio e famiglia", sottotitolo "Saggi da un punto di vista pastorale". In esso, contro le tesi papali su tematiche come la comunione ai divorziati risposati, l’accoglienza per le coppie gay o il nodo della contraccezione, in linea con la “ misericordia”, accusata di falsa compassione, si afferma, che, comunque si conclude il Sinodo, quanto contenuto nel libro è da ritenere valido per chiunque voglia comprendere e proclamare il Vangelo della famiglia.” Da quanto appare, quindi, e speriamo che sia soltanto una normale dialettica, ci sono cardinali in disaccordo col papa, che ha scelto anche il cardinale Montenegro, perché sostenga, in piena libertà, le sue tesi, contro chi non vuole che le tristi situazioni alle quali assistiamo non cambino.