Sulle orme del Vangelo: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri

Mc 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaia:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri,

vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: "Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo".

di Ettore Sentimentale

La liturgia ci presenta il “titolo” e la “bozza” del racconto secondo Marco: “vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”. L’articolazione della buona novella redatta dal secondo evangelista, infatti, dividerà il testoquasi in due parti quasi uguali, dimostrando che Gesù è il “Cristo” (Mc 8,29) e il “Figlio di Dio” (Mc 15,39). A questo “prologo” segue- in modo improvviso – la descrizione della conversione da parte di coloro che apparentemente erano i fedeli seguaci della Legge. Di mezzo però c’è una figura importante e imponente nel periodo di avvento: Giovanni Battista, il profeta spuntato dal deserto e venuto a “preparare la strada del Signore”.
Il messaggio del precursore non conosce mezze misure, invita con veemenza a un cambio radicale di rotta (i verbi sono all’imperativo), continuando il filone profetico. La gente si sente “trafiggere il cuore” ed esce dai luoghi ufficiali dell’osservanzareligiosa (Gerusalemme e Giudea) per vivere un nuovo esodo, una nuova liberazione. In effetti non si tratta solo di un cammino in senso materiale ma di un tornare nel “luogo-simbolo” in cui Dio aveva parlato al cuore del popolo (Os 2,16).
Penso sia necessario far emergere, anche se brevemente, le principali caratteristiche della conversione. Questa gente prende innanzitutto coscienza della situazione nella quale vive; riconosce il proprio peccato (il testo dice “confessando i loro peccati) e avverte la necessità della salvezza (rappresentata dalla richiesta del battesimo).
Vorrei fare qualche piccola considerazione proprio su questo punto, perché mi sembra strettamente collegato al tempo liturgico che viviamo. Questo periodo dovrebbe essere caratterizzato dal raccoglimento e da un lungo lavoro interiore per conoscere pienamente la vera conversione di cui abbiamo bisogno a livello personale e comunitario, per accogliere con gioia Gesù e metterlo al centro della nostra esistenza.
Oggi, però, difficilmente si sceglie il “deserto”, di fare cioè silenzio dentro di noi e attorno a noi perché si teme che così facendo si possa ascoltare la “voce” che scuote e invita a uscire dalle nostre sicurezze, dai centri “accreditati” del culto, dalla nostra fede convinta e avventurarci nell’incontro con Gesù, via, verità e vita.
Il tempo di avvento è anche il periodo favorevole per un esame di coscienza comunitario- a tutti i livelli – per valutare se siamo disposti e pronti a “preparare la via del Signore”. Diversamente, Lui continua a venirci incontro mentre stiamo percorrendo altre strade. Piene di rumori e luci, immerse nella frenesia quotidiana. La conclusione di questo disorientamento ci vedrà restare fuori dalla vita (Spirito) di Dio (Santo).