I non sapevo di papa Francesco

“In questi due mesi, mi sono preparato per questa visita, leggendo la storia della persecuzione in Albania. E per me è stata una sorpresa: io non sapevo che il vostro popolo avesse sofferto tanto!”. Lo ha detto Papa Francesco, nella celebrazione dei Vespri nella cattedrale di Tirana, parlando a braccio dopo le toccanti testimonianze di un sacerdote e di una religiosa che hanno vissuto la persecuzione comunista. Chiudendo un occhio sul “refrain” (io non sapevo) più gettonato dai leaders del pianeta terra, appare stupefacente che un papa, quindi un uomo di cultura, non sapesse che l’odio del comunismo ha provocato 100 milioni di vittime. Ingenuità a cui solo gonzi e cortigiani possono credere. A fine giugno 2014 Bergoglio disse “«Io dico solo che i comunisti ci hanno derubato la bandiera. La bandiera dei poveri è cristiana” e “nella mia vita ho conosciuto tanti marxisti buoni come persone". “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” diceva Andreotti. Orbene, è bestemmia o irriverenza congetturare che il non sapevo del papa venuto dalla fine del mondo non sia imputabile all’ignoranza, bensì a quella sorta di “ amore simpatia invidia” non ufficialmente palesata per l’ideologia più nefasta del novecento? La teologia della liberazione recentemente riabilitata da papa Francesco, che altro non è se non la lettura del Vangelo in chiave marxista? Dopo il teatrino della politica, la sorpresa del teatrino della religione.

Gianni Toffali