WWF: PARCO DELLO STELVIO, UNA STORIA DA SALVARE

Nel 1974 vede la luce il regolamento di attuazione dello statuto speciale del TTa che all’art. 3 attribuisce alle province di Trento e di Bolzano le funzioni concernenti il Parco Nazionale dello Stelvio, al quale veniva assicurata configurazione unitaria e una governance, in forma di consorzio. Nel 1991 entra in vigore la legge quadro sulle aree protette, fondata sulle nuove competenze state in tema di tutela dell’ecosistema, che prevede una disciplina statale dei parchi con pianificazione unitaria, regole severe e uniformi (divieti caccia, derivazioni idroelettrice, cave…) e governance aperta alle associazioni ambientaliste. Per tener conto delle regioni autonome l’art. 35 prevedeva apposti dpr, regolamenti attuativi degli statuti, che declinassero i principi della legge quadro con il sistema delle autonomie, previa intesa – nel caso dello Stelvio – tra Stato, province autonome di Trento e Bolzano e Regione Lombardia. L’art. 1, comma 515 della l. 147/2013 inserisce in una normativa finanziaria la previsione che le funzioni statali dello Stelvio siano trasferite alle province autonome insieme ai relativi oneri finanziari. Si tratta di un’evidente provincializzazione del Parco, tesa a farne terra di un regime derogatorio rispetto all’impianto nazionale fortemente protettivo del più importante parco alpino italiano e forse europeo. WWF insorge contro il testo, e anche Regione Lombardia approva all’unanimità in consiglio regionale un ordine del giorno a favore dell’unitarietà del parco e di una governance condivisa tra stato, regioni, province e portatori di interesse. Ultim’ora: il decreto competitività riporta la Lombardia nell’intesa sul futuro del Parco, ma non rimedia allo spezzettamento e non impone il rispetto delle linee cardine della l. 394/91: pianificazione e disciplina unitaria ed omogenea, tutela dell’ambiente uniforme senza utilitarismi locali per confini amministrativi, governance aperta alle associazioni ambientaliste. Come il Ministero, anche il WWF non ci sta e chiede un forte intervento statale perché, nell’anno di presidenza italiana della convenzione delle Alpi, che protegge l’arco alpino nella sua unitarietà senza confini nazionali, l’Italia per prima sia portavoce credibile di questa unità di intenti e di tutela.

Paola Brambilla
Delegata WWF Italia per la Lombardia