Steed Gamero candidato al Premio Letterario Camaiore

Il giovane poeta peruviano Steed Gamero, che vive in Italia da 14 anni e scrive in lingua italiana, è candidato ufficialmente al Premio Letterario Camaiore – Nuova Proposta. Lo comunica la Giuria Tecnica del Premio, presieduta da Francesco Belluomini. Steed Gamero è stato inserito nelle quattro candidature per la raccolta di poesie "I ragazzi della Casa del Sole" (Lavinia Dickinson Editore). Si tratta di un libro che a pochi mesi dall’uscita (marzo 2013) ha già ricevuto molti consensi e ha sollevato temi delicati e importanti: la spersonalizzazione dei bambini e dei ragazzi nelle case di accoglienza, la somministrazione agli stessi di psicofarmaci da parte della psichiatria istituzionale, l’inadeguatezza dei percorsi educativi nelle case famiglia. Steed Gamero è stato al centro, nei giorni scorsi, di una polemica innescata da Julio Loredo, un noto studioso cattolico peruviano, a causa dell’impegno del poeta contro l’omofobia. Al pensatore cattolico, che sosteneva la "legge naturale", condannando l’omosessualità senza mezzi termini, Gamero replicava che "I pregiudizi seminano odio e questo fenomeno ha condotto la Chiesa stessa, nel passato, a commettere atrocità spaventose e a farsi travolgere dalla paura per la diversità". Quindi invitava Loredo "ad aprire la mente e il cuore, chiedendosi se non sia proprio l’omofobia ad allontanare chi la professa dagli ideali di amore e tolleranza reciproca alla base del Vangelo". Le parole di Steed tacitavano lo studioso e ottenevano il consenso di numerosi intellettuali. Steed Gamero è fra i protagonisti del prossimo Festival Internazionale di Poesia di Genova, il più importante avvenimento italiano di poesia, dove il 16 giugno prossimo, verso le 16.00, terrà una performance a Palazzo Ducale, nell’antica e splendida Sala del Munizioniere, durante l’evento "Ladri di Fuoco, Trafficanti di Sogni". Il poeta leggerà le poesie del libro "I ragazzi della casa del Sole", accompagnato dai noti musicisti elettronici Giacomo Grasso e Fulvio Masini. Interverranno nella sua performance gli attori Marcellina Ruocco e Davide Mancini. Gli altri protagonisti dell’evento, dedicato alla memoria di don Andrea Gallo, saranno Roberto Malini, Dario Picciau e Daniela Malini. "Sono lieto dell’interesse che la mia poesia suscita," ha detto Gamero, "e mi fa piacere che la Giuria Tecnica del Premio Letterario Camaiore mi abbia candidato al Premio riservato alle nuove proposte. Se dovessi vincere, desidero che il premio in denaro aiuti una famiglia rom che vive in Italia in condizioni di grave emarginazione e che sogna di tornare in patria. Il Gruppo EveryOne ha acquistato, con enormi sacrifici, un terreno edificabile a Costanza, in Romania, per questa famiglia colpita da tanti episodi di intolleranza. Ora bisogna costruire un’abitazione, un ovile, dissodare un po’ di terra su cui realizzare un orto e acquistare un gregge ovino. Solo così la famiglia potrà tornare in patria e diventerà autonoma. Se ottenessi il premio, vorrei contribuire a questo progetto". Qui di seguito, la prefazione di Roberto Malini al libro di Steed Gamero candidato al Premio Camaiore – Nuova Proposta:

Quando il poeta vede gli occhi degli angeli

Il peso del mondo
è amore.
Sotto il fardello
della solitudine,
sotto il fardello
dell’insoddisfazione
il peso,
il peso che portiamo addosso
è amore.

Allen Ginsberg

La poetica di Steed Gamero mi ricorda per certi aspetti quella di César Vallejo, peruviano come lui. Seguendo la stessa intuizione di Vallejo, anche l’autore della raccolta I ragazzi della Casa del Sole identifica nell’amore disinteressato, che spesso trova forma e compimento nel sentimento di amicizia, l’unico antidoto ai mali del mondo, che sono la violenza, la discriminazione, l’egoismo, la corruzione, la crudeltà. “Non morire, ti amo tanto!” dice un uomo di pace a un soldato colpito a morte sul campo di battaglia, in una poesia dell’autore andino. Il nostro poeta rivolge la stessa invocazione ai suoi giovanissimi eroi, che lottano per evitare di essere annientati nel tritacarne dell’attuale società: non lasciate che i vostri cuori si svuotino. Vi amo tanto.
Gamero risponde con un messaggio di fiducia nelle nuove generazioni all’appello che un altro grande poeta peruviano, Manuel Scorza, lanciò nella Lettera ai poeti che verranno: “E a voi dico: / finché qualcuno soffrirà, / la rosa non potrà essere bella; / finché qualcuno guarderà il pane con invidia / il frumento non potrà dormire; / finché i mendicanti piangeranno per il freddo di notte / il mio cuore non sorriderà”.
I ragazzi della Casa del Sole è un libro che amo per due motivi fondamentali. Il primo è che si basa su una scrittura nuova, intensa e folgorante, attivata nell’animo del poeta dal bisogno di raccontare emozioni autentiche attraverso stilemi, campi semantici e ritmi che appartengono a una generazione che sta rinnovando non solo il linguaggio della poesia, ma il linguaggio comunicativo di tutta l’umanità. Il secondo è il tema scelto per la sua opera prima da questo poeta venticinquenne che vive in Italia da quattordici anni ed è ormai perfettamente immerso nella vita italiana e nelle sue enormi contraddizioni.
Le poesie di Steed Gamero – che si susseguono nella forma di un poema frazionato – ci restituiscono drammi umani che si svolgono in luoghi celati ai più: il mondo delle comunità per ragazzi che troppo spesso le autorità strappano alle famiglie in base a pregiudizi sociali, culturali ed etnici, definendoli “disadattati” e predisponendo per loro percorsi terapeutici che in realtà distruggono le loro radici affettive e culturali. Gamero – che è anche un fotografo e difensore dei diritti umani – è già conosciuto e apprezzato per i suoi ritratti fotografici di testimoni dell’Olocausto e per una consistente e importante serie di fotografie che ha sollevato l’attenzione delle istituzioni internazionali sulla persecuzione del popolo rom.
Anche la sua poesia è dedicata a temi sociali e civili. Il giovane poeta conosce perfettamente la realtà delle case-famiglia, perché ha vissuto un’infanzia e una prima adolescenza assai difficili, incontrando tutto il campionario di autorità che decidono il destino dei bambini e degli adolescenti quando si trovano calati in una situazione di disagio familiare. Gli eroi di questo libro epico e palpitante, però, non si arrendono ai severi regolamenti delle strutture di accoglienza e risvegliano in sé quei poteri che possono mantenere coeso il loro io, sottraendolo alla disintegrazione repressiva e farmacologica. “Non so che cosa c’è in me… che vuole salire,” scrisse Rimbaud in una lettera a Théodore de Banville. È lo stesso spirito di ribellione e veggenza che risorge nelle giovani anime degli ospiti della Casa del Sole, paradigma di tutti gli istituti per minori con – veri o presunti – problemi familiari. È la stessa lotta per la libertà che combatte l’eroe dei canti di Walt Whitman, una battaglia condotta con le armi della dolcezza e della volontà, per sottrarsi al gorgo della frustrazione e dell’infelicità. È il conflitto che
combattono i ragazzi che crescono in un mondo che vuole trasformarli da angeli in cannibali dediti al consumo sfrenato di beni materiali e virtuali: una rivoluzione a difesa del cuore, una crisi che nel meccanismo disgregante delle strutture sociali diventa estrema. E nel polverone sollevato da questo sconvolgimento civile il poeta, che non è cieco, citando un altro autore americano, William Carlos William, “vede gli occhi degli angeli”.
Nei versi del nostro autore si ritrovano alcuni elementi propri dell’antica cultura Quechua, cui risalgono le origini della sua famiglia: i sogni percepiti come portali verso mondi in cui vigono leggi eterne e non antropocentriche; il sentimento sacro e incantato che pervade il mondo naturale; la presenza di uno spirito vivo in tutto ciò che esiste, anche le onde dell’oceano, il fuoco dei falò, i sassi levigati dalle correnti e le nuvole che galleggiano nel cielo. Le culture che provengono da una sorgente mitica arcaica comunicano all’umanità gli stessi principi primi che ispirano la poesia e identificano l’essere umano come discendente di figure immortali. Una creatura leggendaria che è capace di amare e volare, come gli innamorati dei dipinti di Chagall, esponente più noto della cultura Yiddish, le cui radici sono a propria volta millenarie. Pochi riescono a percepire come le antiche tradizioni siano ancora presenti nel sapere contemporaneo. Eppure i rabbini e i violinisti degli shtetl, i primi capaci di crescere a dismisura, fino a diventare giganti, i secondi di librarsi in volo sopra città e montagne, sono antesignani dei supereroi dei fumetti e del cinema, dotati degli stessi poteri. Diplomato in sceneggiatura del fumetto, Gamero conosce perfettamente questo linguaggio così vicino alle nuove generazioni e ha studiato attentamente il lavoro dei suoi interpreti più importanti, da Jerry Siegel a Will Eisner, da Art Spiegelman a Stan Lee, da Alan Moore a Frank Miller. Il poeta ha lavorato con alcuni dei più noti autori di fumetto, come Jon Foster e Tim Bradstreet, metabolizzando nella propria creatività una forma di espressione che è in continua evoluzione e ha prodotto veri capolavori della letteratura come Maus di Art Spiegelman, Nausicaä della Valle del vento di Hayao Miyazaki o La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick. “Per combattere mostri come la psichiatria coercitiva,” ha detto Gamero in un’intervista, “che perseguita bambini, ragazzi e personalità creative con veleni farmacologici come il famigerato Ritalin, servono i ‘superpoteri’ della solidarietà e della tolleranza ovvero il lavoro dei difensori dei diritti umani”. In Italia, il giovane poeta e attivista ne ha conosciuti molti, di ragazzi capaci di attuare un’eroica resistenza nonviolenta contro la discriminazione e l’emarginazione: Ionut Grancea, diciottenne rom capace di denunciare i razzisti che l’avevano sottoposto a un pestaggio; Rebecca Covaciu, anche lei rom, che a soli sedici anni è già conosciuta in tutto il mondo per la sua pittura e il suo attivismo a protezione del popolo perseguitato a cui appartiene; Ionut Ciuraru, che a diciotto anni è stato capace di fronteggiare, cercando un dialogo impossibile con le istituzioni e i movimenti razzisti di Pesaro, la persecuzione della sua famiglia e della sua comunità, profuga dalla Romania. Alcuni di questi eroi vulnerabili non sono sopravvissuti all’odio che li circondava. È il caso di Emil Enea, ragazzino rom morto bruciato vivo a Milano dopo aver subito innumerevoli sgomberi, simbolo di tanti adolescenti emarginati che la società intollerante in cui viviamo reprime e allontana. Questa fragilità dell’esistenza umana sul confine tra l’infanzia e l’età adulta, la sicurezza e il pericolo, l’appartenenza e il rifiuto è sempre presente nei versi di Steed Gamero, autore che l’ex europarlamentare rom ungherese Viktória Mohácsi definì “artista dei diritti umani”. E se vi è ancora una speranza che la spietata società dei nostri tempi recuperi la via della fratellanza e dei diritti umani, essa è riposta nell’esito della ribellione che avviene entro le paradigmatiche pareti della Casa del Sole: “I ragazzi spezzano / cuori e mattoni / infrangono diaframmi e vetrate / aprono brecce / nei muri…”.