SERVE UNA CARTA DEONTOLOGICA DEL RISPETTO TRA UOMINI E DONNE

La vera rivoluzione è culturale. Nella nostra cultura e società la violenza alle donne troppo spesso viene giustificata, ignorata, non vista. In attesa di nuove leggi – femminicidio, misure preventive, provvedimenti per i violentatori seriali e istituzionalizzazione e finanziamento dei trattamenti in carcere per i violentatori – approfittiamo di questa giornata di confronto per compiere un gesto forte, culturale prima ancora che normativo, ma che possa porre le basi per la nascita di un “Patto del Rispetto fra uomini e donne”, un rispetto reciproco in ogni momento, in ogni situazione, in ogni contesto familiare, di lavoro, privato e sociale.
I dati sui femminicidi parlano chiaro: ogni due giorni, in Italia, una donna viene uccisa da un ex marito, fidanzato, familiare o parente. La mancanza di consapevolezza di un riconoscimento reciproco di libertà e dignità è ancora troppo comune tra tanti uomini e (ahimé) tra tante donne, che per ruolo, cultura, posizione dovrebbero essere liberi.
“La cultura e i comportamenti non possono cambiare solo sotto il peso delle sanzioni, devono cambiare per volontà di ciascuno”, dichiara Emilia De Biasi, Deputata del PD, che continua: “Allora io credo che siano necessari gesti simbolici alti che, se non hanno il potere – purtroppo – di salvare le donne dalla violenza, hanno però il significato di segnare l’importanza di alcuni valori che dovrebbero essere condivisi da tutti, cattolici, laici, istituzioni”.
Questi sono i punti che io propongo come base per il lancio del Patto del Rispetto:
1. Sottoscrizione del’art. 3 della Costituzione, uguaglianza
2. Sottoscrizione del’art. 51 della Costituzione, pari opportunità fra uomini e donne nell’accesso alla vita pubblica.
3. Impegno a utilizzare un linguaggio non sessista nell’informazione, nei media, nella politica, nelle Istituzioni, nei luoghi di lavoro, a scuola,
4. Impegno a non diffondere immagini offensive per la dignità femminile nella pubblicità, nella rete, nella televisione e in tutti i media.
5. Impegno a inserire nel Contratto di servizio della Rai, servizio pubblico radiotelevisivo, il rispetto della dignità di uomini e donne nei programmi di intrattenimento, nelle fiction, e impegno a riservare una quota di programmazione alla diffusione della cultura del rispetto.
6. Impegno a creare nelle istituzioni locali momenti di confronto fra le diverse culture per diffondere il patto del rispetto come base per la società della convivenza.
7. Impegno a combattere ogni forma di omofobia.
8. Impegno nella scuola per insegnare cosa vuol dire rispetto, per gli studenti e per i docenti.
9. Impegno dei genitori a scegliere l’esempio come strada educativa al rispetto.
Auspicando che questo Patto possa diventare una "Carta deontologica" che accompagna, anzi che anticipa la firma di qualsiasi altro accordo contrattuale in fabbrica, in azienda, a scuola.