WHITNEY HOUSTON & GIANNI TOFFALI

Il giorno 13 febbraio scorso il sig. Toffali si è cimentato nell’ennesimo suo commento moralista.
Confesso che faccio veramente fatica a rispondere agli scritti di questo cattolico tradizionalista, ma ogni tanto bisogna pur togliersi i sassolini dalle scarpe. Commentando la morte della povera Whitney, il Toffali così ha scritto: “Se si dovesse stilare un elenco degli artisti estinti in virtù del classico stile di vita di una star, non basterebbe un libro”. Ebbene, credo che di libri non ne basterebbero neanche cento, e di molto grossi, se si dovesse stilare un elenco delle persone estinte (più propriamente uccise) in virtù del classico “stile di vita” della religione cristiana (cattolica in particolar modo), nel senso che o mangiavi questa minestra o saltavi dalla finestra. Credo che nessuno di noi esalti la vita sregolata che alcuni, o molti, artisti conducono, ma saranno pur sempre cavoli loro, o no!? La morale del Toffali lo porta poi a dire che “la notorietà, la ricchezza, il potere e il successo non riescono a saziare la sete di verità, amore e infinito che alberga nell’anima degli esseri umani”. Anche qui, credo che nessuno di noi pensi alla notorietà-ricchezza-potere-successo come mezzi per saziare la sete di verità (ma poi quale verità, quella sua?), di amore (quale amore?) e di infinito (intende lo spazio cosmico?) che albergherebbe nell’anima (che non esiste, fino a sua dimostrazione) degli esseri umani. Circa, poi, il “male di vivere” che colpirebbe la categoria “degli atei e degli agnostici”, posso tranquillizzare il Toffali affermando che tra loro non c’è nessun male di vivere, ma solo l’autodeterminazione sul fine della propria vita. E a proposito degli illusi che secondo lui sarebbero “ebbri di materialità e carnalità”, faccio presente che non c’è maggior e peggior illuso di chi crede nelle religioni, caro il mio Toffali!
Il sig. Toffali appartiene alla categoria dei cattolici tradizionalisti che non lasciano in pace tutte quelle persone (atei, agnostici, diversamente credenti) che non pensano e non vivono come loro. Il sig. Toffali dovrebbe smetterla di giudicare e condannare tutte quelle persone che conducono la loro vita in modo diverso dalla sua, anche perché che ne sa lui della vita degli altri?
Toffali: è finito il tempo, anche se non da molto, dell’inquisizione!

Angelo Campedelli