All at Once: addio Whitney Houston

Tutto a un tratto, come nell’inizio della sua più celebre canzone, si è spenta Whitney Houston, all’età di quarantotto anni. La cantante di colore è morta in un hotel di Beverly Hills, le cause sono riconducibili all’abuso di droghe e psicofarmaci. Dopo il divorzio avvenuto nel 2006, Whitney non si era più ripresa, affondando sempre più nel tunnel della tossicodipendenza. E’ stata la regina della musica pop romantica degli anni Ottanta, in grado con la sua voce e le sue melodie di emozionare un’intera generazione.

Per un trentaseienne come me, basta riascoltare uno dei suoi brani più celebri, “All at Once”, per avvertire la pelle d’oca. Le sue melodie erano di una dolcezza senza paragoni, la sua voce giungeva al cuore. Probabilmente le sue canzoni rispecchiavano la natura profondamente romantica della cantante-attrice del New Jersey: come l’incapacità di superare le sofferenze d’amore fino a sublimarle in musica. Nella sua voce era possibile leggere sentimenti talmente intensi da avvertire le vibrazioni della sua anima.

E’ stata un punto di riferimento per stelle della musica pop come Mariah Carey e Christina Aguilera, e insieme a Michael Jackson, è stata la cantante di colore di maggior successo; riuscendo a vendere circa 190 milioni di dischi nella sua carriera e facendo così la fortuna delle industrie discografiche. Apprezzabile anche come attrice. Indimenticabile la sua interpretazione nel film “La guardia del corpo” a fianco di Kevin Kostner. Con la morte di Whitney Houston sembrano spegnersi anche tanti meravigliosi ricordi che hanno caratterizzato i miei anni Ottanta, come i primi "balli lenti" resi magici dalle note delle sue canzoni.

Fabrizio Vinci, vinci@usa.com  
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