Il male quotidiano: Gli scandali sessuali che sporcano la Chiesa

di ANDREA FILLORAMO

Rispondo all’email di R.C in cui, fra l’altro mi scrive: “Sono curioso di sapere cosa ne pensa  lei del fatto che  libri e giornali riempiano pagine intere con notizie sempre riguardanti scandali sessuali e  altri della Chiesa cattolica”…

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Soprattutto negli ultimi anni, è sempre più fiorente l’editoria e giornali, impegnati a denunciare scandali e malaffare nella Chiesa, basandosi anche talvolta su documenti riservati indiscrezioni e rivelazioni.  

Che la Chiesa sia terreno fertile di scaldali, di cui si può e si deve necessariamente parlare e scrivere, nessuno oggi si meraviglia, dato che essa è formata da uomini che sono deboli e, quindi, peccatori.

 Lo sappiamo: a questa conclusione si è giunti dopo un cambiamento di una mentalità secolare e dopo un processo ( e questo è un fatto rivoluzionario ), iniziato da quando l’allora Cardinale Joseph Ratzinger ha commentato una delle stazioni della Via Crucis al Colosseo, in occasione del Venerdì Santo del 2005, dando la stura a notizie e a fatti molto gravi, di cui ai cattolici fino ad allora erano negata la conoscenza e la diffusione, anzi era proibito persino parlarne.

 Colui che dopo meno di un mese sarebbe diventato Papa Benedetto XVI, usò allora, infatti,  immagini e parole forti che invitavano a riflettere, che sono apparse in tutti i giornali creando nel clero assurdi allarmismi, per stigmatizzare le colpe di coloro che dovrebbero essere testimoni della fede e disse: «Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! […] Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli

Cosa altro ci sarebbe da aggiungere? Non lo so.

E’ la prima volta che chi stava, quindi, all’apice della Chiesa, essendo segretario della  Congregazione per la dottrina della fededecano del collegio cardinalizio .che dopo alcuni giorni diventerà papa con il nome di Benedetto XVI, abbandonava il solito tono apologetico tipico degli uomini di Chiesa che per secoli hanno sempre esaltato l’istituzione – Chiesa, nascondendo e tacendo sui suoi scandali non solo  quelli sessuali, ma anche quelli legati al denaro, accettando e facendo suo  il principio della trasparenza che è  un modo di essere audaci nel riconoscere gli  errori e le  relative conseguenze.

Da allora la trasparenza anche per la Chiesa è diventata, quindi, quel principio che vuol dire: franchezza, integrità, correttezza, apertura, senso di responsabilità, che escludono i contrari che sono: omertà, oscurità, opacità, segretezza.

Da allora e incominciando, quindi, da papa Benedetto e continuando particolarmente poi con Papa Francesco non è stato più possibile, quindi, più tacere, rimanere nell’opacità, lanciare “crociate moralizzatrici”, che si esplicano in uno stile tendenzialmente giudicante, ma poco incline a guardare all’ interno, dove si ammassa la sporcizia.

Da attentamente osservare che con Papa Francesco il discorso della trasparenza è andato molto al di là degli abusi sessuali che ha sempre con forza condannato e  ha  riguardato e ancora riguarda la gestione  segreta e poco oculata delle risorse gestite dalla Santa Sede, cioè dei soldi offerti dai fedeli di tutto il mondo , che dovrebbe servire per sostenere parte delle spese del Papa, delle comunità religiose e particolarmente per effettuare opere di carità per i poveri che prima svanivano spesso tra investimenti temerari e commissioni pagate a intermediari senza scrupoli ( vedi: il processo al Cardinale Becciu), che venivano tentati dall’“auri sacra fames”, di quella fame, cioè, come la chiamava Virgilio, che sempre ha aggredito l’uomo di ogni tempo ma è inconcepibile e impensabile in una visione cristiana della vita. L’avidità di ricchezze spinge sempre gli uomini e, quindi, anche  i preti, i vescovi  e i cardinali alle azioni più turpi! Quanti imbrogli, violenze causa la fame del denaro che dobbiamo avere il coraggio di denunziare. A tal proposito Papa Francesco, rivolgendosi ai preti dice: “la semplice denuncia può darci l’illusione di aver risolto il problema, ma in realtà quello che conta è operare dei cambiamenti che ci mettano nella condizione di non lasciarci più imprigionare dalle logiche del male, che molto spesso sono logiche mondane. In questo senso, una delle virtù più utili da praticare è quella della vigilanza. State attenti”. “La nostra prima conversione riporta un certo ordine. Il male che abbiamo riconosciuto e tentato di estirpare dalla nostra vita, effettivamente, si allontana da noi; ma è da ingenui pensare che rimanga lontano per lungo tempo. In realtà, dopo un po’ si ripresenta a noi sotto una nuova veste. Se prima appariva rozzo e violento, ora invece si comporta in maniera più elegante ed educata. Allora abbiamo ancora una volta bisogno di riconoscerlo e smascherarlo”.