Un anno di Covid: Rai Documentari presenta “PANDEMIC”, il mondo ai tempi del COVID e “GLI INVISIBILI DELLA PANDEMIA”

A un anno dall’inizio della pandemia, RAI Documentari presenta “PANDEMIC”, il mondo ai tempi del COVID e “GLI INVISIBILI DELLA PANDEMIA”, un grande affresco in due parti fatto di storie personali mai raccontate, nel mondo e in Italia, a testimonianza di come questo evento epocale abbia segnato la vita dell’umanità, impotente di fronte a un nemico invisibile che non si riesce ancora a sconfiggere.

In onda il 18 marzo in seconda serata su RAI 3, “Pandemic – il mondo al tempo del COVID”, coproduzione internazionale con la tv pubblica coreana, raccoglie le storie e i video messaggi di persone che in tutto il mondo hanno attraversato l’esperienza del Covid 19, un omaggio all’umanità, una riflessione sullo stato attuale della pandemia a livello globale e un messaggio di solidarietà che viaggia oltre le frontiere.

In onda il 25 marzo, sempre in seconda serata, su RAI 2, “Gli invisibili della pandemia” invece affronta l’eredità del COVID-19, un capitolo incerto e in buona parte sconosciuto anche al mondo medico-scientifico, raccontando in presa diretta le vite dei “long-covid”, i reduci del Coronavirus, reduci guariti dal virus ma ancora segnati dai postumi della malattia.

L’11 marzo 2020 l’OMS ha dichiarato ufficialmente la pandemia di Coronavirus. A un anno di distanza, RAI Documentari presenta Pandemic – il mondo al tempo del COVID e Gli invisibili della pandemia, un racconto in due parti su come questo evento epocale abbia segnato in modo indelebile la vita di tutta la popolazione mondiale, impotente di fronte ad un nemico invisibile che non si riesce ancora a sconfiggere.

 

Una coproduzione internazionale Rai Documentari con MBC, la televisione pubblica sudcoreana, con la regia italiana di Luca Rosini, Pandemic – il mondo al tempo del COVID raccoglie le storie e i video messaggi di persone che in tutto il mondo hanno, a vario titolo, attraversato l’esperienza del Covid 19. Un omaggio all’umanità, una riflessione sullo stato attuale della pandemia a livello globale e un messaggio di solidarietà che viaggia oltre le frontiere. L’Italia è stato il primo paese occidentale ad essere colpito. Il dolore vissuto a Cremona e Bergamo si intreccia nel documentario con quello delle persone nel mondo, accomunate dallo stesso copione: la perdita di una persona cara, che si è spenta in solitudine, i familiari che non possono piangerla. Metropoli deserte, abbracci negati, interi settori economici in crisi. Dal Brasile alla Svezia, passando per l’Inghilterra e l’Indonesia, il documentario racconta la vita quotidiana durante il lockdown, il dolore e la solitudine ma anche le piccole e grandi risorse che hanno mantenuto in vita ognuno di noi, storie di disperazione, di resistenza, di vita vissuta e resilienza in un anno impossibile da dimenticare. Le telecamere di RAI Documentari sono tornate a Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, dove si è registrata la prima vittima europea di COVID-19 e dove è stato imposto il primo lockdown, raccogliendo preziose testimonianze. Tra queste, il virologo Andrea Crisanti, tra i primi a dare l’allarme, il musicista Federico Paciotti, che ha perso la madre a causa del virus e lo scrittore Paolo Giordano, con la sua riflessione sul dolore provocato nell’umanità dall’impossibilità di seppellire i propri morti.

 

“Gli invisibili della pandemia”, con la regia di Catia Barone, affronta l’eredità del COVID-19, un capitolo incerto e in buona parte sconosciuto anche al mondo medico-scientifico, raccontando in presa diretta le vite dei “long-covid”, i reduci del Coronavirus, che continuano a soffrire nonostante siano guariti dal virus. La stessa OMS ha annoverato tra le priorità la comprensione della gestione clinica dei pazienti post covid e del mistero dei postumi duraturi dell’infezione da coronavirus: sintomi inaspettati, complicazioni, disturbi neurologici, fino al blocco degli arti e a gravi disfunzioni renali. Raccontati nelle storie di Antonio Mastrogiacomo, 36 anni, mai ricoverato e negativizzato a dicembre, che a distanza di mesi non riesce a stare in piedi, vittima di una perenne stanchezza invalidante; di Morena Colombi, che dopo aver contratto una forma lieve di Covid ha continuato ad avere sintomi e dolori e ha fondato un gruppo Facebook per confrontarsi con altri guariti con effetti collaterali duraturi, che oggi conta migliaia di iscritti. E ancora Gianfranco Lamberti, medico fisiatra ricoverato per 4 mesi, che ha rischiato di rimanere tetraplegico e si è ripreso solo dopo una lunga riabilitazione; Rita Avanzini, 72 anni, ammalatasi ai reni dopo un periodo in terapia intensiva e una lunga degenza in ospedale dovuti al Covid, oggi costretta a dipendere dalla dialisi. Ritorna anche Franco Pugliese, già protagonista di “Senza respiro”, il primo medico vaccinato a Piacenza che coordina le squadre dei “vaccinatori”. Con la speranza di tornare alla normalità, anche se la cronaca di oggi lascia l’amaro in bocca. Sono solo alcune delle tante storie di chi è guarito dal virus ma si trova ad affrontare una nuova difficile sfida. Come testimoniano i medici del Columbus Covid Hospital del Policlinico Gemelli di Roma, il primo in Italia ad aver attivato il monitoraggio dei pazienti dimessi e ancora sofferenti. Tra loro, gli psichiatri stanno riscontrando anche disturbi da stress post-traumatico, come i reduci di guerra o le vittime di un attacco terroristico.

Pandemic è un grande affresco su una delle più grandi tragedie sanitarie della nostra epoca e sul suo impatto sulla società, la vita e la quotidianità di ciascuno di noi” ha dichiarato Duilio Giammaria, Direttore di RAI Documentari.  “Con questa co-produzione internazionale, RAI Documentari affronta un tema di grande attualità, in linea con la sua missione di servizio pubblico volta a divulgare contenuti di qualità, di attualità, in grado di stimolare la riflessione del grande pubblico”.

Rai Documentari – Creata nel gennaio 2020, sotto la guida di Duilio Giammaria, Rai Documentari ha come missione la produzione, coproduzione, acquisto e preacquisto di documentari in tutte le forme, linguaggi, tematiche allo scopo di alimentare i palinsesti di tutte le reti e piattaforme RAI, in accordo con la Direzione Distribuzione, e far crescere e sviluppare il genere con effetti di miglioramento sistemico sull’intera filiera. Proporsi quindi come un hub per il distretto industriale del documentario, in grado di ottimizzare produzione, coproduzione e commissioning.