Sostegno, il Miur bacchettato da Corte dei Conti e Tar Lazio: ordinata una precisa istruttoria sugli organici siciliani

Nella scuola c’è una spesa enorme per affidare i docenti precari agli alunni che necessitano di sostegno: a rilevarlo è ora anche la Corte Conti che, dopo avere quantificato una spesa maxi per questo genere di supplenze, ha anche bacchettato il Ministero dell’Istruzione.

La sollecitazione, scrive Orizzonte Scuola, arriva dalla Ragioneria dello Stato, a seguito e in conformità con una relazione della Corte dei Conti, ed invita il Miur a predisporre un Piano Educativo Individuale (Pei) conforme alle reali necessità ed evitare il ricorso al sostegno in deroga, relegandolo solo a rimedio ultimo rispetto a tutte le altre soluzioni.

 

“Il tema del sostegno e dei costi pubblici – continua la rivista – è stato oggetto di un approfondimento della magistratura contabile che ha certificato dati significativi, lanciando l’allarme sulle supplenze: dei 154mila docenti di sostegno, un terzo (54mila) è in deroga. Italia Oggi ha riportato alcune parti della relazione, concentrandosi sull’andamento e mettendolo in relazione con quello delle certificazioni di disabilità nel corso degli anni a partire dall’anno scolastico 2013/2014”. Nella relazione si evidenzia che l’andamento è stato costantemente in crescita fino ad arrivare nel 2016 a 254.366 certificazioni che si sono tradotte in un costo annuo di circa 5,1 miliardi di euro, per una spesa media complessiva unitaria annua di circa 33.000 euro.

 

È proprio la Corte dei Conti a evidenziare nella relazione che: «tenuto conto del generale quadro di contenimento degli andamenti di finanza pubblica, il fenomeno è da tenere sotto osservazione, attraverso un continuo e puntuale monitoraggio dei posti di sostegno in deroga e l’implementazione di un sistema di verifica della correttezza dei processi di integrazione e di valutazione degli esiti».

 

Il problema è tutto nel meccanismo di valutazione sul fabbisogno del personale di sostegno aumentato nel corso dell’ultimo triennio. Il costo medio annuale, secondo le stime del Miur per il 2015, equivale a 33 mila euro per ciascun supplente annuale (al 31/08), mentre per i supplenti con incarico fino al termine dell’attività didattica (30/06) è di 25.385 euro. Nell’anno scolastico 2016/17 i docenti titolari sono 87.605, a cui vanno aggiunti 53.965 supplenze considerando tutte quelle riconducibili all’anno e fino al termine dell’attività didattica al 31 dicembre 2016.

I costi derivanti dal personale in deroga.

 

La spesa totale per il 2014/15 per i supplenti annuali è stata di 137,8 milioni di euro, per quelli con incarico fino a termine delle attività didattica di 1 miliardo di euro. Nel 2015/16 il numero degli insegnati di sostegno è diminuito per effetto della legge 107. Infatti, spiega la Corte dei conti, il piano straordinario di assunzioni di docenti a tempo indeterminato per vincitori e idonei di concorso (2012) e iscritti nelle Gae per coprire posti comuni e di sostegno vacanti «ha determinato un’immissione in ruolo dei supplenti ai fini della sola decorrenza giuridica (dal 1° settembre 2015), facendo slittare in avanti quella economica (tra il 1° luglio 2016 e il Io settembre 2016). Tali docenti sono stati, pertanto, retribuiti come supplenti».

 

Secondo la considerazione di Italia Oggi, è stata stimata una spesa complessiva in euro 56,8 milioni per i supplenti annuali e di 894,4 milioni euro per i docenti di sostegno con incarico fino al termine delle attività didattiche. Un paradosso a cui la Ragioneria di Stato, assecondando la relazione della Corte dei Conti, ha invitato a tenere conto, perché “l’importanza di un sistema tempestivo, sia di raccolta dati, sia di verifica e valutazione delle azioni e dei risultati conseguiti per l’attuazione delle politiche di integrazione scolastica”.

 

IL CASO DELLA SICILIA: IL TAR CHIEDE SPIEGAZIONI

 

Ma non c’è solo la Corte dei Conti. Anche i giudici vogliono trasparenza sugli organici al ribasso dei docenti di sostegno agli alunni disabili: con l’Ordinanza n. 4952/2018, il Tar del Lazio ha chiesto al Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, di fornire l’elenco numerico degli alunni disabili iscritti nelle scuole siciliane tra il 2012 e il 2017, oltre al numero dei ricorsi presentati per mancata assegnazione dei docenti specializzati.

 

Il ricorso è stato promosso dai legali Anief che hanno assistito le famiglie per contestare la Circolare 52/17 dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia e la Circolare 16041/18 del Miur sul numero invariato di 4.872 posti in deroga di sostegno assegnati per l’anno scolastico successivo, nonostante l’aumento di 724 iscrizioni di alunni con disabilità certificata.

 

La discussione in Camera di Consiglio è attesa per il prossimo 8 novembre. Il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, ha da tempo denunciato come l’attuale legislazione (Legge 128/13) precluda la concreta stabilizzazione di tutto l’organico di fatto, ovvero dei posti in deroga attraverso la sua trasformazione in organico di diritto: soltanto il 70% dell’organico di dieci anni fa è nei ruoli dello Stato, nonostante sia quasi raddoppiato il numero delle iscrizioni di alunni con disabilità certificata. Oggi sono solamente 100 mila gli insegnanti di sostegno in ruolo rispetto ai 150 mila chiamati ogni anno scolastico per garantire il diritto all’istruzione, e questo perché alle nuove iscrizioni non si fa corrispondere, per mere ragioni finanziarie, l’adeguamento dell’organico di diritto, costringendo il genitore o il dirigente scolastico a chiedere posti in deroga, salvo poi dover ricorrere gratuitamente al tribunale amministrativo quando tali posti vengono negati.

 

Ora il TAR Lazio ci vuole vedere chiaro e, dopo diverse sentenze che hanno attribuito anche un indennizzo alle famiglie per la mancata fruizione di un servizio pubblico fondamentale, chiede una precisa istruttoria al Miur per capire perché, nonostante l’aumento degli alunni disabili, gli organici rimangano invariati e quanto questo costi ai cittadini.

 

Quanto denunciato si ritrova anche nell’analisi della Corte dei Conti che indica per l’a.s. 2014/2015 la spesa di 137,8 milioni di euro per i supplenti al 31 agosto e di 1 miliardo di euro per i supplenti al 30 giugno (il risparmio per lo Stato è di 7.615 per ogni contratto al 30 giugno salvo ricorso in tribunale). Secondo questo studio, è confermato il graduale aumento delle certificazioni degli alunni con disabilità (quota 254.366 nell’a. s. 2015/2016) che oggi ha superato quota 280 mila unità, a fronte del 154 mila insegnanti di sostegno impiegati di cui soltanto 100 mila in ruolo dopo le ultime immissioni autorizzate. È evidente che, in attesa delle nuove certificazioni previste dal d.lgs. 66/17, bisogna stabilizzare i posti in deroga per garantire la continuità didattica, piuttosto che cristallizzare le supplenze per un triennio, ed evitare così il balletto delle supplenze che lede la continuità didattica, ma anche per soddisfare l’ordinario funzionamento della scuola e garantire il diritto all’istruzione.