Slow Food Italia aderisce alla Marcia PerugiAssisi della Pace e della Fraternità

Anche quest’anno Slow Food Italia aderisce alla Marcia PerugiAssisi della Pace e della Fraternità, in programma domenica 12 ottobre. La delegazione che prende parte al corteo, composta da circa cinquanta persone e guidata dai vicepresidenti Francesco Sottile e Federico Varazi e dalla direttrice generale Serena Milano, sfilerà con uno striscione che invoca il “Diritto al cibo per tutte e tutti”. Un modo per ribadire che il cibo non può e non deve essere usato come arma di guerra, mai e da nessuna parte al mondo.

«Le guerre scoppiano e scoppieranno sempre per accaparrarsi risorse: cibo, acqua, terre fertili, gas, minerali rari… In nome dell’economia di mercato e del consumismo, che ha pervaso completamente le nostre vite, si distruggono foreste, si inquinano mari, si sfrutta il lavoro, si reprimono voci dissonanti, si scatenano guerre, si arriva addirittura al tentativo di sterminare un popolo intero, con la sua storia, la sua terra, la sua cultura» dichiara Serena Milano, direttrice generale di Slow Food Italia. «Difendere la biodiversità, lavorare per cambiare radicalmente il sistema agricolo e alimentare è il nostro contributo quotidiano per costruire una cultura di pace: partecipare alla marcia è una conseguenza naturale di questo impegno».

«Essere alla marcia della Pace e della Fraternità è un segno coerente con i valori di Slow Food: pace, giustizia sociale e diritto al cibo – aggiunge Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia –. Oggi la pace si costruisce anche garantendo sovranità alimentare, tutela del suolo, rispetto per chi produce. Camminare da Perugia ad Assisi significa affermare che non può esserci pace senza un rapporto equilibrato con la terra e con le comunità che la abitano. Un gesto simbolico ma concreto di responsabilità civile».

«Oggi, nel mondo, la fame e i conflitti si rincorrono in un circolo vizioso: dove c’è fame spesso nasce la guerra, e dove c’è guerra la fame ritorna» conclude Francesco Sottile, membro del consiglio direttivo di Slow Food Italia, che nella giornata di sabato 11 ottobre partecipa all’Assemblea dell’Onu dei Popoli. «Rompere questo circolo vizioso è possibile solo se mettiamo il cibo al centro delle nostre politiche di pace: non può esserci pace senza giustizia sociale e non può esserci giustizia sociale senza equità nell’accesso alle risorse fondamentali. Ricordiamoci sempre che il cibo non è soltanto ciò che ci tiene in vita: è ciò che ci unisce».