Scuola. Cts: virus è mutato, no dietrofront del comitato su chiusure

“La linea del Cts sulla scuola non è cambiata, è cambiato il virus, anzi è mutato. Nessuno deve accusarci di aver fatto un dietrofront per avere raccomandato di chiudere le scuole nelle zone rosse: un maggior rigore, con un lockdown come quello conosciuto un anno fa, è purtroppo una misura inevitabile se il ruolo delle varianti determina aree a fortissima trasmissibilità, con un Rt abbondantemente sopra 1 e una maggiore incidenza, con oltre 250 abitanti ogni 100mila persone colpiti dal virus”.

A dirlo è una fonte autorevole del Comitato tecnico scientifico, che in queste ore qualcuno ha accusato di aver voltato le spalle agli studenti e alla scuola per averne raccomandato la sospensione delle lezioni nelle aree del paese cosiddette ‘rosse’ e a fronte dello studio dell’Istituto superiore di sanità sull’aumento dei contagi nelle fasce di età scolastica.

“La scuola di per sé non è invulnerabile, così come non è mai stato verificato che fosse un luogo meno sicuro rispetto ad altri luoghi dove vige la massima precauzione. La scuola, in questi mesi – prosegue la fonte – ha dimostrato di essere anche più sicura di altri spazi proprio per i comportamenti che sono stati messi in atto. Fino a oggi studi certi che abbiano legato il luogo ‘scuola’ al contagio non vi sono stati. L’infezione può generarsi nella parte peri-scolastica, sui mezzi di trasporto, quando si va alla Darsena facendo assembramento, quando si incontrano i compagni di classe a casa senza precauzioni”.

“Il problema si pone quando si esce dalle zone rosse e siamo in zona arancione: ci sono i governatori che anticipano chiusure laddove non ci sono le condizioni citate prima – continua la fonte del Cts- Non dimentichiamo poi del lavoro fatto dai tavoli con i prefetti, i quali hanno fatto un’ottima valutazione del rischio potenziale per le scuole e nei diversi contesti territoriali. A me sembra che, a seconda delle aree, si sia in una condizione di smemoratezza sui generis: non c’è bisogno di chiudere l’intera scuola se hai un caso di uno studente positivo. Bisogna attivare un sistema di screening urgente e la quarantena dei contatti dell’allievo ma non la chiusura generalizzata. I tamponi rapidi ormai li vendono al supermercato…”

Politica dimentica problemi dad, non coprire vulnus
“La politica sta dimenticando che il problema della scuola non è solo chiudere o riaprire ma anche affrontare i danni causati dalla Dad: se ogni volta si impiegano enormi energie per ricostruire processi di messa in sicurezza della situazione, quando peraltro già esistono e possono essere applicati con i dovuti update, si perde il focus sulle problematiche, anche dell’apprendimento a distanza. La sporca politica non deve coprire questo vulnus che si è creato nei ragazzi. Dobbiamo batterci fortemente per dire che la scuola continua ad essere un luogo relativamente sicuro e su cui vanno fatti interventi sul sistema di apprendimento nell’emergenza delle zone rosse”. A dirlo, alla Dire, una fonte autorevole del Comitato tecnico scientifico.

Rispetto alla probabile nuova distribuzione dei ruoli di Fabrizio Curcio, da poche ore neo capo della protezione civile, e Franco Gabrielli neo sottosegretario con delega ai servizi e collettore dei principali compiti del commissario straordinario per l’emergenza, la fonte del Cts evidenzia la strategia di Draghi: “Sono due esponenti di vertice istituzionale, se riescono a prendere in mano veramente la gestione della pandemia, faremo tutti un passo in avanti. Prendere in mano vorrà dire gestire un potere decisionale, sottraendolo al governatore regionale di turno, senza più alcuna arbitrarietà da parte delle amministrazioni locali”. Se la diarchia potrà aiutare anche il Cts, la risposta della fonte è piuttosto chiara: “Il Cts è un’entità virtuale, un gruppo di scienziati a supporto della politica e di noi sono sempre stati tutti molto preoccupati, anche se siamo assimilabili alle diverse task force presenti negli altri paesi, siamo sicuramente diversi nel fatto che sopperiamo alla debolezza del sistema. Adesso ri-conduciamo il tutto alle responsabilità istituzionali. E’ giusto che la macchina riprenda il controllo del proprio sistema”.