Polizia di Stato applica per la prima volta dalla sua entrata in vigore la nuova misura per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica

Il Tribunale sezione autonoma misure di prevenzione di Milano, su proposta del Questore, ha disposto l’applicazione urgente del braccialetto elettronico nei confronti di uno stalker…

Nella serata di martedì, 12 dicembre, gli operatori della Polizia di Stato della Divisione Anticrimine della Questura di Monza e della Brianza hanno eseguito il Decreto – emesso dal Presidente del Tribunale di Milano Sezione Autonoma Misure di Prevenzione di Milano, dott. Giuseppe Cernuto, su proposta del Questore di Monza e della Brianza, Salvatore Barilaro – con il quale si impone a un trentenne italiano residente in un comune dell’hinterland a sud di Monza di non avvicinarsi al luogo di residenza, dimora, lavoro, vacanza, viaggio e ogni altro luogo abitualmente frequentato dalla persona offesa e tenere comunque una distanza dalla predetta di almeno 500 metri, in ogni luogo, disponendo al contempo l’applicazione delle particolari modalità di controllo previste dall’art. 275-bis c.p.p. mediante applicazione cd “braccialetto elettronico”.

Si tratta della prima applicazione sul territorio nazionale della nuova normativa prevista dalla legge n. 168 del 24 novembre 2023, entrata in vigore sabato 9 dicembre scorso, recante “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”. Lo stalker – con precedenti penali e di polizia per rissa, danneggiamento e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti – ha evidenziato, nella provincia di Monza e della Brianza, una ingravescente ed attuale “pericolosità qualificata” a seguito di allarmanti episodi di atti persecutori avvenuti recentemente in danno di una giovane ragazza italiana con la quale ha avuto un flirt, non rassegnandosi mai alla decisione della stessa di non voler intraprendere una relazione sentimentale. Per tale ragione, a seguito di istanza della ragazza, è stata destinatario di Ammonimento del Questore nell’aprile scorso, ma non si è presentato ai colloqui con le psicologhe programmati nell’ambito del Protocollo Zeus avviato tra la Questura e il Centro Italiano per la Mediazione (CIPM) di Milano. Inoltre ha violato in diverse occasioni il predetto provvedimento monitorio del Questore, venendo arrestato in flagranza da personale della Squadra Mobile brianzola nel settembre scorso, dopo che, per l’ennesima volta, si era appostato presso la fermata dell’autobus utilizzato dalla ragazza per raggiungere il luogo di lavoro sito in una zona centrale del Capoluogo brianzolo, cercando di raggiungerla con la propria autovettura tappezzata di striscioni con scritte riportanti frasi sulla stessa e venendo prontamente bloccato e trovato in possesso di tre cacciavite. A seguito del conseguente giudizio per Direttissima, è stata disposta dal Gip del Tribunale brianzolo la misura cautelare del divieto di ingresso a Monza, a cui il 31.10.2023 è seguita la condanna in primo grado ad anni 1 e mesi 6 di reclusione. Tuttavia, nonostante la condanna e la misura cautelare in essere, nel mese di novembre scorso e fino a pochi giorni fa, in più occasioni l’uomo ha raggiuto la ragazza sul luogo di lavoro, presso locali ove trascorreva la serata, ingenerando nella stessa e nei suoi amici e conoscenti un certificato stato di ansia. Per tutelare tali gravi situazioni di condotte persecutorie, la nuova normativa prevede la possibilità che in sede di proposta di Sorveglianza Speciale e prima della decisione sull’adozione della misura di prevenzione da parte del Tribunale di Sorveglianza, il Questore possa chiedere allo stesso Giudice della prevenzione, l’applicazione temporanea, in via di urgenza, del divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico.

Il soggetto destinatario può prestare consenso all’installazione, come avvenuto nel caso di specie; in caso di rifiuto, nel Decreto è stato stabilito un obbligo di presentazione alle Forze di Polizia per tre volte a settimana. Qualora l’uomo dovesse manomettere il dispositivo o non si attenesse al divieto di avvicinamento, la nuova legge ha introdotto un’autonoma fattispecie di reato che prevede la reclusione da uno a cinque anni e l’arresto anche fuori dei casi flagranza.