Più operazioni antidroga e sequestri di cocaina nella Relazione 2020 della direzione antidroga

Nel 2019, sono state 25.876 le operazioni antidroga, +0,70% rispetto al 2018, il numero più alto in assoluto dopo le 26.012 effettuate nel 2017. Le denunce all’autorità giudiziaria sono state 34.914 persone (-2,93% rispetto al 2018), di cui 1.281 minori (+0,16%).

La regione Lombardia ha registrato il più alto numero di operazioni (4.915), seguita da Lazio, Campania, Emilia Romagna, Sicilia e Piemonte. Prendendo in esame le macro-aree, nel 2019, il Nord risulta prevalente con il 46,61% delle operazioni antidroga complessive, seguito dal Sud e Isole con il 29,48% e dal Centro con il 23,91%. Il numero maggiore di operazioni relativamente al tipo di sostanza stupefacente ha riguardato la cocaina con 8.481, seguono la marijuana, l’hashish, l’eroina, le piante di cannabis e le droghe sintetiche.

I gruppi criminali maggiormente coinvolti in Italia nel narcotraffico si confermano:

– per la cocaina: la ‘ndrangheta, la camorra e le organizzazioni balcaniche e sudamericane;

– per l’eroina: la criminalità campana e pugliese in stretto contatto con le organizzazioni albanesi e balcaniche;

– per i derivati della cannabis: la criminalità laziale, pugliese e siciliana, insieme a gruppi maghrebini, spagnoli ed albanesi.

Questo è il quadro che emerge dalla Relazione 2020 della direzione centrale per i Servizi antidroga del dipartimento della Pubblica sicurezza, pubblicata lo scorso 30 giugno, che segnala una significativa flessione dei sequestri di sostanze stupefacenti rispetto all’anno precedente: dalle 123 tonnellate del 2018, si è scesi a poco meno di 55, con un decremento che ha riguardato quasi tutte le sostanze, con eccezione della cocaina e delle droghe sintetiche. La riduzione di circa 70 tonnellate di stupefacente è riconducibile per lo più ai minori sequestri della cannabis, che, negli ultimi cinque anni, ha rappresentato, da sola, oltre il 90% di tutta la droga intercettata dalla Forze di Polizia in Italia. Anche l’eroina mostra uno scostamento negativo (-37,06%) rispetto al 2018, tenuto conto che lo scorso anno, per questo tipo di droga, era stato registrato un incremento particolarmente consistente dovuto al rinvenimento di circa 270 kg nel Porto di Genova.

Un significativo aumento riguarda la cocaina che, in termini assoluti, quasi triplica i volumi sequestrati rispetto al 2018 (+127,61%), raggiungendo la quota record di 8,3 tonnellate. Si tratta del quantitativo più alto dal 2010 ad oggi. Che la diffusione della cocaina – rileva la Relazione 2010 – rappresenti un fenomeno in netta e vertiginosa crescita e sempre di più il principale business dei maggiori sodalizi criminali nazionali e internazionali, è rilevabile dai dati relativi alle operazioni di polizia e alle denunce, che, per questa specifica sostanza, si collocano entrambi al livello più alto nelle rispettive rilevazioni decennali.

E’ confermata la crescente diffusione delle droghe sintetiche soprattutto tra i più giovani come dimostra l’incremento dei sequestri (+95,62 dosi e + 32,16 in peso). La minaccia – sottolinea il report sulla attività della Dcsa nel 2019 – non è ancora ai livelli delle altre sostanze, anche per un sostanziale disimpegno da tali traffici della criminalità organizzata, ancora impegnata sul versante della cocaina, ma è ipotizzabile che, nei prossimi anni, si dovrà sempre più fare i conti con le modalità di implementazione dell’offerta che fa affidamento su ordini telematici e transazioni via web per recapitare lo stupefacente. Significativo in tal senso l’esponenziale aumento di quantitativi di droghe sequestrate nelle aree aeroportuali destinate al ricevimento e allo stoccaggio dei pacchi provenienti dall’estero.

Speculare a quello delle droghe sintetiche è il fenomeno della cosiddette “nuove sostanze psicoattive”, molecole per la maggior parte di origine sintetica originate da una manipolazione delle strutture chimiche di base di psicotropi. Nel 2019, sono state individuate 15 molecole di nuova composizione destinate al consumo. Benché tali sostanze non siano oggi ancora particolarmente diffuse nel nostro Paese, è necessario – sottolinea la Dcsa – tenere alto il livello di attenzione su nuovi fenomeni di consumo che, per alcuni Stati oltreoceano, rappresentano ormai una vera e propria emergenza per la salute pubblica.