Coronavirus e informazione. L’importanza di essere precisi per un buon governo dell’oggi e del domani

Se ne sentono e se ne sono sentite di tutti i colori in materia coronavirus. Per chi ha ancora qualche lacuna in merito, il web e non solo sono una fonte gigantesca di informazioni. Per non restarci male e in un certo modo compromessi, è bene fare sempre ritorno alle fonti istituzionali, anche se altre possono sembrare autorevoli. Ovviamente stiamo parlando di Europa… che se dovessimo fare riferimento alle fonti, per esempio, oltre Atlantico (Canada escluso), avremmo una notevole difficoltà a fornire le stesse indicazioni.

Non siamo presi da una ventata di amore spassionato ed incondizionato verso le nostre istituzioni sanitarie, ma è innegabile che – pur con tutti i problemi, le contraddizioni, gli errori e le difficoltà che abbiamo avuto e continuiamo ad avere – ci hanno azzeccato visto la situazione in cui siamo. Ricordiamo che all’inizio il “metodo italiano” veniva citato come esempio, e sembra proprio che fosse a ragion veduta.

Questi giorni in cui siamo tutti un po’ più rilassati, sono stati registrati dei focolai di ritorno a macchia di leopardo, e sembra che siano stati circoscritti e siano sotto controllo. Bene.
Ma per farlo, a nostro avviso, qualcuno usa, a livello di informazione, metodi molto discutibili.
Il punto critico in merito è stato toccato dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha paventato l’uso del TSO (trattamento sanitario obbligatorio) nei confronti di chi, malato, non rispetta le indicazioni dell’autorità. Siccome crediamo che il nostro presidente del Veneto sia persona consapevole e che parla a ragion veduta, ci sentiamo di doverlo criticare. E gli facciamo una domanda:
intende governare col terrore o col buon senso e la legge?
La risposta che il presidente Zaia ci potrebbe dare è scontata (legge), ma quello che lui sta facendo è il contrario.
L’uso del TSO (trattamento sanitario obbligatorio) avviene nei confronti di persone che abbiano caratteristiche psico-fisiche alterate rispetto a quella che viene considerata realtà. Quindi dovremmo interpretare la minaccia del presidente come “se non ti adegui alle ordinanze e obblighi sanitari, sei un pazzo”.
Sappiamo che in politica vige di frequente l’attribuire al proprio avversario un qualche difetto che comprometta la sua integrità mentale (e talvolta anche fisica), e quindi per questo considerato incapace di intendere le proprie ragioni che, per chi le propone sono elementari, naturali, semplici e scontate. Noi questo metodo lo lasceremmo ad un certo modo di fare politica che, oltre che non appartenerci, potrebbe essere anche suscettibile di qualche reato dei nostri codici.
Sarebbe opportuno tornare coi piedi per terra.
Ce lo ricorda il segretario generale del sindacato di polizia ‘Coisp’
“…esistono gia’ reati penali per chi e’ a conoscenza di una patologia e sono previsti dal nostro ordinamento giudiziario. ….L’articolo 438 del codice penale prevede pene tra gli 8 anni e l’ergastolo per chiunque cagioni un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni. Se la patologia viene certificata, e’ inoltre previsto l’obbligo di ricovero in una struttura appositamente dedicata: e’ gia’ successo in questi mesi con chi si allontanava dalla quarantena. E se la persona oppone resistenza al ricovero, viene piantonata”. (agenzia Ansa).

A cui noi aggiungiamo che tutti gli italiani, veneti inclusi, hanno dimostrato in questi mesi di essere all’altezza della situazione e di aver rispettato le disposizioni delle varie autorità (e ci si creda, tra nazionali, regionali, comunali e interpretazioni delle forze dell’ordine, era tutt’altro che facile).
Per questo gli italiani non si meritano questa minaccia di essere trattati come pazzi nel caso non ottemperassero ad un ordine dell’autorità. I gulag del mondo sono stati e sono pieni di persone considerate pazze perché non in linea con le politiche dei loro Paesi… e non ci sembra carino doverci paragonare a chi usai gulag come politica per l’ordine pubblico e sanitario.
Crediamo che il rispetto, la fiducia, la riconoscenza e la disponibilità siano elementi essenziali di un buon governo. Dovunque e comunque questo buon governo debba operare.
M dal buon governo nascono anche dei buoni governati. Tolleranza zero in materia: Ok. ma col rispetto delle leggi, del buon senso e della fiducia nei propri amministrati.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc