Nuovo sciopero dei magistrati onorari di tribunale. ASSOGOT SPIEGA LE RAGIONI DELLA PROTESTA

Con le modifiche che la legge di bilancio 2022 ha apportato alla normativa che disciplina lo stato giuridico dei magistrati onorari, non si è data alcuna risposta alle legittime rivendicazioni della categoria, ma si è mantenuta l’impostazione della riforma “Orlando” sebbene questa, nel suo complesso, sia stata dichiarata illegittima e stroncata senza appello dall’UE e dalla CGUE, che ritengono il suo impianto contrastante con il diritto dell’Unione.

Con le disposizioni appena introdotte si continua a negare la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato e si evoca una ambigua “stabilizzazione” nelle funzioni (che permangono onorarie) a seguito di una procedura valutativa dinanzi ad una commissione che contempla la presenza anche di un componente dell’avvocatura, che potrebbe aver patrocinato una causa decisa dallo stesso magistrato onorario esaminando, con evidente lesione del principio di indipendenza ed autonomia del magistrato.

Inaccettabile è la condizione prevista al comma 5 dell’emendamento, per cui la domanda di partecipazione al “concorso” (obbligatoria per chi non voglia decadere dall’incarico) “comporta rinuncia ad ogni ulteriore pretesa di qualsivoglia natura conseguente al rapporto onorario pregresso, salvo il diritto all’indennità di cui al comma 2 in caso di mancata conferma”.  

Non è ammissibile che per partecipare ad una selezione che, oltretutto, non prevede l’instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato, si debba rinunciare a far valere i diritti relativi al precedente rapporto, non già di prestazione “volontaria” di attività onoraria, ma di lavoro con le caratteristiche della subordinazione, come riconosciuto dalla CGUE.

Altrettanto inaccettabile è la previsione di un compenso solo “parametrato” ad alcune voci stipendiali spettanti al personale amministrativo giudiziario, con espressa esclusione delle poste retributive accessorie, nonostante il lavoratore comparabile sia stato chiaramente individuato dalla CGUE nel magistrato professionale, in mancanza, inoltre, dell’obbligo, a carico dello Stato, del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali che, pertanto, permangono a carico del magistrato onorario.

Assolutamente offensiva è poi l’indennità prevista dal comma 2 dell’art. 29 in caso di mancata conferma, tanto nell’ipotesi di mancata presentazione della domanda, quanto in quella di mancato superamento della procedura valutativa. Con un importo irrisorio, per di più lordo e limitato da un plafond, il datore di lavoro pubblico, dopo aver gravemente violato i diritti dei magistrati onorari, vorrebbe “autoassolversi”, a buon mercato, sulla pelle di chi ha finora contribuito in misura enorme e professionalmente qualificata all’amministrazione della Giustizia.

Intollerabile è il mantenimento del regime del “cottimo”, rimasto invariato dal 1998, fino all’espletamento dell’ultimo “concorso”, in aperto contrasto con la Raccomandazione del Comitato dei Ministri agli Stati membri del Concilio d’Europa, che risale al 2010.

Ritenendo che la Riforma non risponda alle legittime aspettative della categoria, l’Associazione AssoGOT “non possiamo più tacere” invita i magistrati onorari di tribunale ad aderire all’astensione proclamata dal 31 gennaio al 4 febbraio 2022 e auspica che tutti coloro che hanno a cuore la Giustizia, i valori della Costituzione e la tutela del Lavoro vogliano comprendere e condividere le ragioni della protesta.

 

Il Direttivo AssoGOT