Cartabia in Parlamento sullo stato della giustizia: Magistratura Onoraria in sciopero dal 31 gennaio al 4 febbraio contro la riforma truffa

Comunicazione dell’astensione dalle udienze civili e penali dal 31 GENNAIO 2022 al 4 FEBBRAIO 2022 dei giudici onorari di pace addetti ai tribunali ordinari e dei vice procuratori onorari addetti alle procure della Repubblica Italiana.

 La FEDERMOT– Federazione magistrati onorari di tribunale

proclama

l’astensione dei magistrati onorari in servizio presso i tribunali ordinari e le procure della Repubblica, secondo le modalità e nei limiti previsti dal proprio codice di autoregolamentazione, dalle udienze civili e penali e dalle altre attività di istituto nelle date in oggetto.

L’astensione è determinata dalla persistente inerzia del Governo in ordine alle richieste della magistratura onoraria.

Sebbene il diritto dell’Unione europea imponga il varo di una riforma coerente col principio di non discriminazione e con il divieto di abuso del lavoro temporaneo, Governo e Parlamento continuano a ignorare i moniti della Corte di Giustizia e della Commissione europea.

L’immobilismo del Ministero della Giustizia non solo vanifica le aperture espresse nei confronti delle istanze della magistratura onoraria dalla Associazione Nazionale Magistrati, che rappresenta in magistrati di ruolo italiani, e dai capi degli uffici giudiziari nei confronti delle richieste della categoria, ma frustra gravemente l’aspettativa dei cittadini italiani e dell’Unione europea per un forte rilancio della funzione giudiziaria.

Il Governo italiano si è, poi, reso autore, in occasione del varo della legge di bilancio per il 2022, di un emendamento che solo apparentemente recepisce i predetti vincoli sovranazionali, in realtà perpetuando la loro violazione.

Da un lato si sottopongono gli appartenenti alla categoria a una prova d’esame del tutto tuzioristica e inconferente con il reiterato accertamento di idoneità che essi hanno superato all’esito di ciascuno dei successivi incarichi temporanei quadriennali o triennali precedentemente ultimati durante l’esercizio delle funzioni giudiziarie; dall’altro si prefigura un loro inquadramento persistentemente precario, connotato alla stregua di un lavoro a chiamata, con conseguente incertezza in ordine alla effettiva entità della prestazione lavorativa richiesta dai capi degli uffici e dei corrispettivi diritti economici, stabiliti, peraltro, in misura del tutto discriminatoria e inconferente con la qualità e la quantità del lavoro richiesto.

Altre sono le legittime aspettative della categoria, così riassunte nella richiesta di avvio delle procedure di raffreddamento:

  • livello retributivo non inferiore all’importo di 72.000 euro lordi annui previsto attualmente nel caso di impegno full-time dei giudici di pace, da indicizzare secondo gli ordinari criteri applicati al personale di ruolo;
  • possibilità di trasferimento a domanda dell’interessato presso altra sede giudiziaria;
  • facoltà di rimodulazione periodica del numero di impegni settimanali (con conseguente riproporzionamentodel trattamento economico);
  • facoltà di scelta dell’ente previdenziale (con possibilità di versare i contributi a quello già attivo in ragione di pregressi rapporti previdenziali, o di versare a un assicuratore privatogli accantonamenti in caso di loro insufficienza ai fini della erogazione del trattamento pensionistico);
  • tipizzazione degli illeciti disciplinari e graduazione delle relative sanzioni;
  • possibilità di collocamento in aspettativa non retribuita o in part-time del personale di pubblico impiego, con diritto alla conservazione del posto;
  • diritto alla sospensione del rapporto di servizio onorario nei casi previsti per il personale statale: malattia, gravidanza, infortunio, incarichi elettivi o impegni elettorali;
  • computo del servizio ai fini dell’accesso ad altri incarichi (dirigenza pubblica, albiforensi, ecc.);
  • eliminazione delle disposizioni che limitano o escludono il diritto alla contribuzione previdenziale per i periodi pregressi o il risarcimento per equivalente;
  • esclusione di ulteriori selezioni per i magistrati onorari già ritenuti idonei al proseguimento delle funzioni giudiziarie a seguito di conferma nell’incarico al termine dell’ultimo quadriennio ultimato.

La predetta protesta è comunicata anche alla Commissione europea affinché prosegua, senza ulteriori differimenti, la procedura di infrazione contro lo Stato membro italiano.

Le disposizioni risultanti dal predetto emendamento, infatti, risultano persistentemente confliggenti con i vincoli costituzionali nazionali e sovranazionali.

Sebbene tali vincoli siano richiamati nell’incipit dell’intervento emendativo, persistono immutati i già denunciati profili di illegittimità dell’assetto ordinamentale conferito ai magistrati onorari italiani per abuso del lavoro temporaneo e violazione dei principi di eguaglianza formale e sostanziale, di non discriminazione, di proporzionalità della retribuzione alla quantità e qualità del lavoro prestato, di indipendenza del giudice, di attuazione del giusto processo.

Durante l’astensione saranno garantiti, a richiesta dei capi degli uffici giudiziari e dietro riconoscimento delle indennità giudiziarie, i soli servizi essenziali previsti dal predetto codice di autoregolamentazione.

 Raimondo Orrù