Legge Calabria per valorizzare i medici e i sanitari: no all’impugnativa da parte del MEF

La legge della Regione Calabria sulle disposizioni straordinarie per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel sistema sanitario regionale dovrebbe essere oggetto di impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale, almeno secondo il parere del MEF.

Il testo di legge è stato condiviso da Anaao Assomed in quanto espressione della comune volontà di adottare misure finalizzate alla riduzione del ricorso alle esternalizzazioni per le unità operative di anestesia e rianimazione e di emergenza urgenza del Servizio sanitario calabrese, suggerite dal contesto di grande criticità nel quale versano a causa della carenza di personale. La legge in questione, infatti, valorizza l’attività svolta dai dirigenti medici e sanitari e dai medici in formazione specialistica che già operano all’interno delle predette strutture, prevedendo un incremento della retribuzione relativa alle prestazioni aggiuntive effettuate nonché la possibilità di assumere gli specializzandi in base alla normativa vigente. Il tutto come misura straordinaria per incentivare l’attività del personale in servizio e rendere più attrattivo l’intero settore dell’emergenza urgenza e il relativo percorso formativo.

Le motivazioni di una eventuale impugnativa per l’Anaao Assomed appaiono inaccettabili, soprattutto in un momento di crisi generale del sistema sanitario pubblico che mette in discussione l’accesso alle cure dei cittadini e in un momento storico in cui una regione come la Calabria, in difficoltà come e, forse, più delle altre dopo anni di commissariamento, cerca di reagire. Peraltro, disposizioni uguali a quelle contenute nella legge regionale in discussione, sono da tempo in vigore in altre regioni, senza rilievi di incostituzionalità o riserve di alcun tipo.

L’Anaao Assomed chiede pertanto al Ministro della Salute, cui tocca esprimersi nel merito, di valutare lo stato di emergenza in cui versano il servizio sanitario calabrese, i professionisti che operano al suo interno e la tutela della salute dei cittadini residenti, riconoscendo nella legge finalità uguali a quelle che lo hanno spinto ad aumentare la indennità di pronto soccorso attraverso la manovra di bilancio. “Chiediamo al Ministro di non dimenticare la sanità pubblica e, in particolare, la sanità meridionale che, giorno dopo giorno, resta sempre più isolata, perché domani non ci sarà più tempo per recuperare il gap tra nord e sud se non valgono regole uguali per tutti”.

“Non si possono usare due pesi e due misure. Oggi è il turno della Calabria e della sanità pubblica, domani di chi sarà? Per quanto ci riguarda, andremo avanti nella difesa del diritto alle cure di tutti i cittadini e del diritto a curare di tutti i medici, cui è affidata la garanzia della esigibilità dell’unico diritto che la Costituzione definisce fondamentale”.