
Gent.mo Direttore,
il recente provvedimento del Ministro Valditara che richiede il consenso informato dei genitori riguardo ad attività extracurriculari inerenti alla sessualità nell’ambito scolastico è perfettamente conforme alla Costituzione (art.30 E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.) e alla Legge 107/2015 del Governo Renzi, in base alla quale la scuola propone ai genitori i Progetti Formatiuvi PTOF e POF comprendenti attività d’istituto, integrative, extracurriculari nonché PEC Patto Educativo di Corresponsabilità: il Dirigente Scolastico è tenuto a sottoporre alla firma dei singoli Genitori tutti e tre questi documenti con esposizione particolareggiata dei progetti.
Conseguentemente è perfettamente conforme a democrazia che siano i genitori (e non il singolo dirigente scolastico, che potrebbe essere più o meno disinformato ed seguace di ideologie più o meno deliranti) a decidere quali insegnamenti debbano ricevere i figli, in quale momento del loro sviluppo, in accordo con la sensibilità dei minori. E non esiste nessun “contratto civico” che condizioni la sessualità del singolo, purché rispetti le altre persone.
I programmi di “educazione sessuale e all’affettività” scolastica, avviati fin dagli anni Cinquanta in Svezia, Regno Unito, Francia, hanno dunque fallito negli scopi dichiarati di evitare comportamenti asociali, gravidanze indesiderate, procurato aborto, malattie infettive sessualmente trasmesse: tale fallimento è noto da tempo immemorabile, ma viene opportunamente occultato. Essi nella realtà spesso veicolano soltanto contenuti ideologici su contraccezione, aborto, omosessualità, transessualità, nomadismo sessuale. Espongono i bambini a sessualizzazione precoce, li inducono ad interessarsi alla pornografia, alla quale purtroppo internet offre facile accesso con conseguenze perniciose a qualsiasi età. Pornografia, prostituzione, droga sono poi strettamente collegate: il mercato della pornografia attira e sfrutta, con enormi introiti, giovani uomini e giovani donne che si prostituiscono, anche per accedere alla droga: tanti di questi infelici chiudono la loro triste esistenza col suicidio.
Poiché ogni intervento di sanità pubblica richiede la verifica della sua efficacia, se poi si considera la prevenzione delle gravidanze indesiderate, Epicentro di Istituto Superiore della Sanità riporta che il tasso di abortività in Svezia è del 18,7% https://www.epicentro.iss.it/ben/2001/aprile/2#:~:text=L’incidenza%20del%20fenomeno%20%C3%A8,%2C9%20per%201%20000).
e AI Overview addirittura del 20,8% per le donne di età 15-44 anni, comprese quindi le adolescenti.
In Francia, altra patria dell’educazione sessuale scolastica, il procurato aborto è libero da 50 anni con questi brillanti risultati:
223.300 aborti nel 2021; 234.300 nel 2022; 243.623 nel 202; con un tasso di abortività di 16,8/mille donne in età fertile (nella diseducata Italia il tasso di abortività, anch’esso drammatico, è però meno di un
terzo: 5,4/mille donne in età fertile).
Riguardo alla “mercificazione” della sessualità, che appare approvata dall’estensore dell’articolo (ma già il termine “mercificazione” è terrificante poiché riduce una persona a “merce”) , nel 2002 la Germania ha legalizzato la prostituzione e da allora si è ridotta a “bordello
d’Europa”: la legalizzazione ha prodotto una gigantesca industria del sesso con più di un milione di uomini che ogni giorno frequentano i bordelli e “fanno uso” di quelle povere donne. E’ facile immaginare la ripercussione sociale di una simile deplorevole abitudine inculcata negli uomini. Così se proprio oggi in Europa si assiste all’incremento di varie forme di violenza (dalla predazione sessuale sui minori alla violenza sessuale sino allo stupro, dal bullismo al cyberbullismo, dal mobbing alla induzione al suicidio), la logica dimostra che la violenza deriva ed è incentivata proprio dalla sessualizzazione precoce di bambidi e di adolescenti, dalla “disponibilità contraccettiva” a causa della quale adolescenti e donne sembrano essere considerate tutte al pari di prostitute.
Dobbiamo anche formulare il quesito: Perché dovremmo affidare noi stessi e i nostri figli a psicologi o ad altre figure estranee? Chi li sceglie?
In base a quali requisiti? In base a quali parametri di etica e di morale?
Quanto costano in termini di tempo impegnato questi fallimentari e controproducenti interventi di “educazione sessuale”? Quali stipendi incassano gli operatori coinvolti? E quanto costano in termini di denaro pubblico?
Sarebbe ora di parlare di rispetto per tutti, di rispetto per il proprio corpo, e di amore vero, anziché di sesso brado.
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria Comitato ProLife Insieme