Giorno del Ricordo: “Una vicenda del passato che può darci la direzione per il futuro”

Rho – Una pioggia che incute tristezza, ma che “apre a un domani in cui il sole possa tornare a splendere e si possa ammirare da questo che è uno dei luoghi più alti della città, da cui osservare la strada che l’anima di chi nelle foibe ha perso la vita potrà indicarci, perché tutto questo non avvenga più”.

Il Sindaco Andrea Orlandi ha tratto spunto dal meteo e dal significato profondo del momento che stava vivendo per commemorare le vittime delle foibe, celebrate oggi, 10 febbraio, nel Giorno del ricordo. La cerimonia, in cui si è rammentato l’esodo di istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre, si è svolta davanti al monumento collocato sulla Collina del parco Nord Fiera.

Affiancato dal Vicesindaco Maria Rita Vergani, dai consiglieri comunali Clelia La Palomenta, Andrea Recalcati, Claudio Scarlino e Uberto Re, alla presenza del consigliere regionale Carlo Borghetti, della Polizia Locale, di tutte le forze dell’ordine del territorio e dei rappresentanti delle associazioni d’arma, il Sindaco ha tenuto il suo discorso dopo la posa della corona di fiori e la lettura della “Poesia sulle foibe” di Fabio Magri, a cura di Carlo Uboldi, e di un brano di “La bambina con la valigia” di Egea Haffner e Gigliola Alvisi, a cura di Caterina Gallo, grazie alla collaborazione di Fare Diversamente.

 

Per tanto tempo non si è voluto approfondire, ma da vent’anni è stata istituita questa giornata e permette di ricordare il male commesso contro tanti cittadini italiani, infoibati o portati in campi di concentramento –  ha detto il primo cittadino, durante l’evento organizzato dall’Ufficio Cerimoniale e guidato da Paola Cupetti –   E’ una pagina che va affrontata ripartendo dalla storia. Per la prima volta abbiamo voluto organizzare anche una serata di approfondimento che ripercorra quella situazione complessa fonte di tanta sofferenza”.

 

Il 9 febbraio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva ricordato come “le istanze legittime di tutela della popolazione italiana residente nelle zone del confine orientale siano state osteggiate, frustrate, negate”. Aveva identificato quel confine come “il nostro muro di Berlino, certamente ben minore per dimensioni ma con grande intensità delle sofferenze provocate. Passava per il confine orientale, per la cortina di ferro che separava in due Gorizia, allontanando e smembrando territori, famiglie, affetti, consuetudini, appartenenze”.

 

Orlandi ha voluto riprendere le parole di Mattarella e così ha proseguito: “Ricordo bene il muro nella piazza della stazione di Gorizia, abbattuto molto recentemente. Ricordo la cerimonia che vide insieme Romano Prodi e il presidente sloveno. Quello è un confine che c’è e non c’è, la rete ricorda quello che è stato. Io l’ho visitato in fase Covid, quando non si poteva passare da uno Stato all’altro. E ricordo due donne che si parlavano vicinissime, una da un lato e una dall’altro. Dopo guerre e atrocità, non possiamo non commemorare sia i morti sia gli esuli, perché essere costretti ad abbandonare la propria casa, la propria terra, è orribile e disgrega una comunità. Oggi dobbiamo ripartire dalla storia per trarre prospettive nuove sul futuro. Allora la libertà fu minata. Oggi dobbiamo rimettere al centro la storia, abbandonare qualche polemica di tipo politico, fare chiarezza e guardare avanti. Questa è una vicenda del passato che può darci la direzione per il futuro e oggi più che mai ne abbiamo bisogno. Questo è uno dei luoghi più alti della città, si contrappone alle foibe che stanno in fondo. Auspico che le persone i cui resti sono rimasti nelle foibe possano salire verso l’alto e dall’alto indicarci la strada perché tutto questo non avvenga mai più”.

 

Lunedì 19 febbraio alle ore 21, all’Auditorium di via Meda 20, si terrà un convegno dal titolo “Giorno del Ricordo e frontiera adriatica” organizzato dall’Ufficio cerimoniale, Eventi e Relazioni istituzionali del Comune di Rho con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Interverrà il professor Raoul Pupo, senior scientist di Storia contemporanea e Storia della Venezia Giulia dell’Università di Trieste, tra i maggiori conoscitori dell’esodo giuliano-dalmata e dei massacri delle foibe. Sono previste le testimonianze di famiglie giuliano dalmate che vivono a Rho da molti anni.