FONDAZIONE BARILLA: PERCHÉ LA DIETA MEDITERRANEA È UN MODELLO DA SEGUIRE?

  • Il 16 novembre ricorre il 10° anniversario dal riconoscimento della Dieta Mediterranea come “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità” da parte dell’Unesco

  • Eppure, anche in Italia, ci stiamo allontanando da questo modello alimentare, tanto che il numero di italiani obesi o in sovrappeso risulta elevato: lo è il 25% dei minori e il 46% degli adulti.

  • Obesità e sovrappeso gravano sul nostro stato di salute: l’adozione regolare di questo regime alimentare incide in modo determinante sulla longevità, con un impatto paragonabile alla differenza che si osserva tra fumatori e non fumatori

  • Dieta Mediterranea vuole anche dire conoscenza e messa in pratica della sostenibilità: gli alimenti che dovremmo consumare con più frequenza sono quelli tipici della nostra tradizione culinaria che, al tempo stesso hanno anche un minore impatto ambientale

  • Il 1° dicembre, Fondazione Barilla e Food Tank propongono un approfondimento sull’importanza del “cibo come prevenzione” all’evento online “Resetting the Food System from Farm to Fork – Setting the Stage for UN 2021 FOOD Systems Summit”. Registrati qui: http://bit.ly/ResettingFoodSystem

 

Secondo le stime più recenti, nel nostro Paese un minore su quattro è in sovrappeso o obeso e tra gli adulti la quota quasi raddoppia (46,1%)[1]. Sovrappeso e obesità, seppur in diminuzione negli ultimi anni, continuano a incidere fortemente sullo stato di salute dei nostri connazionali, tanto che il 91% dei decessi[2] nel nostro Paese è dovuto a malattie non trasmissibili. Trai vari fattori, anche da scelte che facciamo a tavola (oltre 3 milioni[3] di persone convivono col diabete, mentre il 44%[4] dei decessi dipende da malattie cardiovascolari). Numeri che denunciano un allontanamento da una dieta sana e bilanciata in favore di condotte alimentari poco salutari e che la Fondazione Barilla riporta al centro del dibattito proprio in occasione del 10° compleanno della Dieta Mediterranea, che ricorre il prossimo 16 novembre. La Dieta Mediterranea, infatti, è universalmente associata alla prevenzione di malattie croniche non trasmissibili – dal diabete alle malattie cardiovascolari[5] – ed è un modello alimentare in grado di incidere in modo determinante sulla longevità, con un impatto paragonabile alla differenza che si osserva tra fumatori e non fumatori e che in termini di aspettativa di vita si traduce in circa 4,5 anni[6] di vita in più.

Si tratta di un tema importante che la Fondazione discuterà durante il suo annuale evento di dicembre –quest’anno organizzato con Food Tank col titolo “Resetting the Food System from Farm to Fork – Setting the Stage for UN 2021 FOOD Systems Summit” – e a cui sarà dedicato il panel “Cibo come prevenzione”  con l’obiettivo di discutere dell’alimentazione e del suo ruolo cruciale nel contribuire a prevenire malattie croniche non trasmissibili (vedi focus di approfondimento).

Le nostre scelte alimentari, inoltre, hanno un impatto anche sull’ambiente, visto che fino al 37% delle emissioni globali di gas serra[7] provengono dai nostri sistemi alimentari, dal campo alla tavola. Mangiare, infatti, è l’atto conclusivo di un processo che coinvolge la gestione dei terreni, delle foreste e delle acque, l’agricoltura, l’allevamento e la pesca. Inoltre, richiede un grande utilizzo di energia e di acqua potabile di cui spesso non siamo consapevoli. E, in questo senso, la Doppia Piramide Alimentare e Ambientale ideata dalla Fondazione Barilla rappresenta una “guida” per dimostrare la strettissima relazione tra due aspetti di ogni alimento: il valore nutrizionale e l’impatto ambientale generato. Questo strumento illustra come gli alimenti a minore impatto ambientale siano anche quelli alla base della Dieta Mediterranea, come ortaggi, frutta, olio extravergine di oliva, frutta secca, cereali integrali, legumi, consigliati dai nutrizionisti per la nostra salute.

“Tra poco ricorreranno i 10 anni dal riconoscimento della Dieta Mediterranea come patrimonio immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco. E 10 sono anche gli anni che abbiamo ancora davanti per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Una decade in cui ognuno di noi ha la possibilità di attivarsi per diventare attore consapevole e cittadino attivo. In quest’ottica, la Dieta Mediterranea può essere uno dei nostri più grandi alleati per tre ragioni fondamentali: nutrizionale – perché ci aiuta a mangiare bene restando in salute – ambientale – perché favorisce il consumo di alimenti con una minore impronta ecologica e, infine, sociale – perché ci responsabilizza come parte di una comunità che  può ridisegnare i sistemi alimentari attraverso il modo in cui produciamo, consumiamo e produciamo il ciboha dichiarato Marta Antonelli, Direttore della Ricerca della Fondazione Barilla.

[1] IBDO – ISTAT. Italian Obesity Barometer Report https://viewer.ipaper.io/sp-servizi-pubblicitari-srl/obesity-barometer-monitor/?page=58

[2] World Health Organization – Noncommunicable Diseases (NCD) Country Profiles, 2018, https://www.who.int/nmh/countries/ita_en.pdf?ua=1

[3] International Diabetes Federation Europe. https://idf.org/our-network/regions-members/europe/members/142-italy.html

[4] Istituto Superiore di Sanità (Iss) https://www.epicentro.iss.it/cardiovascolare/

[5] Fondazione Umberto Veronesi. Una dieta con il giusto apporto di fibre (25-30 grammi al giorno) protegge dal rischio di ammalarsi di cuore, di cancro e di diabete di tipo 2 https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/piu-fibre-a-tavola-per-evitare-diabete-cancro-e-malattie-cardiovascolari; https://academic.oup.com/ajcn/article/92/5/1189/4597540

[6] Cros-Bou, M., Fung, T.M., Prescott, J., Julin, B., Du, Mengmeng, Sun, Q., Rexrode, K.M., Hu, F.B., De Vivo, I. Mediterranean diet and telomere length in Nurses’ Health Study: population based cohort study, BMJ 349:g6674, 2014.

[7] Arneth, A. et al. Climate Change and Land: an IPCC special report on climate change, desertification, land degradation, sustainable land management, food security, and greenhouse gas fluxes in terrestrial ecosystems Ch.1 (IPCC, Geneva, 2019).