Contagi e naufragi: il governo preme per riaprire le fabbriche e chiudere i porti

Le notizie che giungono in queste ore dal Mediterraneo centrale, soprattutto in acque maltesi, sono ancora frammentarie. Quello che è certo che ci sono barconi in avaria, partiti dall’inferno libico e che nessuno vuole soccorrere. Non la marina de La Valletta, che non concede approdi, non quella italiana che non fa partire le proprie motovedette.

 

Frontex, l’agenzia europea che deve vigilare per impedire che i confini vengano violati, ha tolto da quel tratto di mare ogni assetto navale e utilizza soltanto aerei per segnalare i natanti in mare. In questa maniera subdola si sono rialzati i muri, sono vilipese tutte le Convenzioni internazionali che obbligano al soccorso in mare e al trasferimento in un porto sicuro.

Si utilizza il covid 19 per creare allarme quando i veri veicoli di contagio sono i luoghi di lavoro che si vanno riaprendo in tutto il Paese in nome del primato dei profitti di pochi sulla salute di tutti. Rifondazione Comunista nel ricordare al governo italiano gli obblighi assunti che non possono essere sacrificati per il timore di perdere consensi propone, con l’approssimarsi di una stagione in cui gli sbarchi potrebbero aumentare, di predisporre un piano straordinario di accoglienza che deve essere finanziato dall’UE.

Ma nessuna/o deve essere lasciato in mare. Se emergeranno responsabilità per mancato soccorso ci ripromettiamo di presentare esposti e denunce verso coloro che riterremo responsabili

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale

Stefano Galieni, responsabile immigrazione PRC-S.E.