Caro-voli – Luigi Crispino: Spazzatura è corretto. Intervenga Giorgia Meloni

Interviene anche l’imprenditore e esperto di aeronautica civile Luigi Crispino.

“Hanno ragione tutti: L’aeronautica italiana è ridotta a spazzatura da un sistema poco trasparente e inefficiente.”

Dice il presidente di Aerolinee Siciliane: “Schifani dialoga con AeroItalia e Ryanair; la compagnia irlandese a marzo stacca una fattura di oltre un milione all’aeroporto di Comiso; ENAC, ente controllore, e SAC, ente controllato, fanno una conferenza stampa e si scambiano solidarietà reciproca mentre ENAC indaga sull’incendio di Fontanarossa. La distinzione tra controllore e controllato manca.”

“La controprova dello scandalo di assenza di limiti e confini tra i vari soggetti coinvolti sta nei nomi. Nel 1997 nasce l’ENAC, dalla riforma di Civilavia. Direttore Generale dell’ente fu allora nominato Pierluigi Di Palma. Nel 2023, Presidente dell’ENAC è lo stesso Pierluigi Di Palma. Sempre Pierluigi Di Palma è stato animatore dell’associazione Demetra, alla quale partecipavano i grandi aeroporti. Sciolta Demetra con la nomina all’ENAC, ora c’è una nuova associazione, Aeroporti 2030, distinta da Assaeroporti. Lo schema funziona, infatti quasi venti euro a biglietto sono incassati dagli aeroporti.”

L’impressione è che ENAC sia a servizio degli aeroporti, non dell’aviazione e dei consumatori. Un intervento del governo nazionale è necessario: “L’ENAC deve essere imparziale ed evidentemente non lo è. Lo strapotere degli aeroporti fa male ai prezzi dei trasporti. Gli aeroporti possono decidere anche chi può competere e chi no, a prescindere dalla legge. La cosa migliore è che intervenga Giorgia Meloni per ristabilire compiti e ruoli. Occorre una riforma del settore.”

Se si vogliono voli meno cari per i passeggeri, specie in Sicilia, c’è bisogno di un vettore siciliano: “Nel periodo di attività di Air Sicilia e poi Wind Jet, noi avevamo il senso della funzione sociale dell’impresa. Sapevamo che quei voli contribuivano allo sviluppo della nostra terra. Noi ci autoregolavamo. Oggi la Sicilia è una miniera d’oro per tutti, tranne per i siciliani”.