Abolizione numero chiuso e medici “digitali”: da Messina un appello alla stampa di “CAO c’è”

Parte dalla città di Messina un forte e incisivo no alla paventata abolizione del numero chiuso per le facoltà scientifiche come medicina e odontoiatria: il presidente della CAO (Commissione Albo Odontoiatri) Giuseppe Renzo, già presidente nazionale dei dentisti, contesta in toto la riforma che mesi fa il Governo aveva immaginato e che in questi giorni sta mettendo a punto.

 

Renzo sostiene che il problema della carenza dei medici, previsto nei prossimi anni, debba essere risolto con una programmazione corretta in base alle definite capacità formative dei corsi di laurea e ai posti delle successive specializzazioni: “Il diritto allo studio non può esitare in disoccupazione e sottoccupazione certa. Si creerà un parcheggio in attesa che il laureato e abilitato si possa specializzare e ciò comporterà un’emigrazione all’estero con la fuga di cervelli, cui ormai siamo abituati. Il “Prodotto Finito”, che richiede sostanziosi investimenti economici per la collettività e per i giovani da parte dello Stato ma soprattutto delle famiglie e degli stessi studenti, finirà per arricchire paesi terzi. Migliaia di medici saranno costretti ad emigrare per mettere a frutto le proprie conoscenze”. Inoltre in un quadro più complessivo e internazionale, qualunque riforma si metta in campo per i prossimi decenni deve tenere conto della medicina del futuro: si parla già di “medici digitali”, grazie alla velocità con cui la tecnologia dei paesi più all’avanguardia sforna prodotti dirompenti, interessanti, rischiosi per certi versi, assolutamente innovativi. Cose che forse 50 anni fa neppure nei film riuscivamo ad immaginare stanno diventando importanti e imprescindibili realtà: da qui l’idea di Renzo di inviare una lettera ad alcuni direttori di quotidiani nazionali, chiedendo un aiuto da parte della stampa alla diffusione di argomenti e novità che, in un futuro non troppo lontano, potranno riguardare tutti noi e approfondento proprio il tema de “Lo strano caso del dr. Watson, medico abusivo o futuro della medicina?”. Qui di seguito il testo integrale.