Mediaset: al Csm pratica sul giudice Esposito

Il Csm avvia con procedura d’urgenza la pratica sull’intervista del giudice Esposito, accogliendo la richiesta avanzata dai ‘laici’ del Pdl. Il vice segretario generale del Consiglio superiore della magistratura "su disposizione del vice presidente, sentito il comitato di presidenza" ha infatti disposto "la trasmissione, in via d’urgenza e salvo ratifica, della pratica a firma dei consiglieri Zanon, Palumbo e Romano alla prima Commissione referente del Consiglio". A renderlo noto è lo stesso Csm. Ieri i consiglieri laici del Pdl avevano chiesto al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura l’apertura di una pratica avente a oggetto l’intervista del dottor Antonio Esposito, presidente di sezione presso la Suprema Corte di Cassazione, pubblicata da un quotidiano Il Mattino.

"Di particolare gravità – hanno scritto – appaiono le affermazioni relative al principio del ‘non poteva non sapere’, la cui contestualizzazione in una intervista dedicata pressoche’ interamente al cosiddetto ‘processo Mediaset’ esclude che possano intendersi come considerazioni di carattere generale e astratto". Decidere se esiste o meno un profilo di illecito disciplinare spetta al guardasigilli e alla procura generale della Cassazione, "ma la prima commissione del Csm – secondo Romano – ha il diritto-dovere di valutare a prescindere una questione tanto complessa. Al di là della smentita di Esposito e della replica del direttore del quotidiano, il contenuto dell’intervista è infatti decisamente antipatico perchè in sostanza il giudice anticipa delle motivazioni non ancora scritte e che, tra l’altro, saranno scritte non dal presidente ma dal relatore". In casi come questo, sottolinea Romano, di fronte a una sentenza tanto delicata, "bisognerebbe usare estrema attenzione nel centellinare le parole, scegliere gli aggettivi, dosare i chiaroscuri: una ‘scaletta’ sicuramente già c’è, ma per scriverla ci vorranno settimane, forse mesi. Non è il caso, anche per una forma di rispetto nei confronti di chi e’ stato giudicato, precorrere i tempi".