Amato o Letta?

Come previsto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha terminato le consultazioni con i partiti e i gruppi parlamentari. Oggi affiderà l’incarico per la formazione del governo, che potrebbe presentarsi alle Camere già venerdì. Dopo che le chance di Matteo Renzi a ricoprire il ruolo di premier sono state smentite dallo stesso interessato e ridimensionate a causa della ferma opposizione di Silvio Berlusconi, oltre che dalla decisione della Direzione del Pd di non indicare un nome da privilegiare, restano in campo per la guida dell’esecutivo Giuliano Amato, che in caso di incarico tornerebbe a palazzo Chigi come primo ministro per la terza volta, ed Enrico Letta, vicesegretario del Pd, gia’ sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dal 2006 al 2008 nel secondo governo Prodi. Ieri sera le quotazioni di Letta sono salite dopo l’incontro della delegazione del Pd con il Capo dello Stato, che secondo le indiscrezioni continuerebbe tuttavia a privilegiare Amato per la sua esperienza di governo e per la stima che gode a livello internazionale e a Bruxelles (ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha stilato il Trattato di Costituzione europea). A sfavore della soluzione Letta potrebbe giocare il ruolo di reggente del Pd dopo le dimissioni da segretario di Pier Luigi Bersani confermate ieri. Il vicesegretario del Pd ha pero’ ottenuto il semaforo verde da parte di Berlusconi, che non fa obiezioni sul suo nome. La Lega Nord ha invece confermato che se l’incarico dovesse andare ad Amato si vedrebbe costretta a collocarsi all’opposizione. Dichiara il segretario Roberto Maroni: ”Un governo a guida Giuliano Amato o Mario Monti non avrebbe il via libera della Lega Nord”. Letta ha precisato la posizione del Pd dopo l’incontro con il Capo dello Stato: ”Ci sono la nostra disponibilita’ e volonta’ a concorrere alla nascita di un governo sulla scia delle dichiarazioni del Presidente della Repubblica alle Camere”. Per il Pd, i punti essenziali su cui dovra’ misurarsi il nuovo esecutivo sono due: ”l’emergenza economico-sciale, con la necessita’ di far cambiare linea a una Unione europea che finora non ha dato risposte sufficienti, e la riforma della politica che oggi non e’ sufficientemente credibile”. In particolare, Letta ha ricordato l’urgenza di riforme che prevedano la riduzione del numero parlamentari, la creazione di un Senato delle Regioni, l’ abolizione delle province e una nuova legge elettorale. ”Abbiamo confermato la nostra posizione e cioe’ la necessita’ che ha il Paese, data la crisi in cui di trova, di un governo forte che possa prendere provvedimenti importanti e che non sia di passaggio ma duraturo”, ha dichiarazione Berlusconi al termine del colloquio con Napolitano. Il Pdl chiede un governo politicamente autorevole con ministri che siano esponenti di prima linea dei partiti che formeranno la maggioranza. Su questo punto la posizione del Pd e’ piu’ sfumata, perche’ in molti all’interno del partito gradirebbero una composizione del governo a bassa intensita’ politica. ”Siamo noi l’unica opposizione in questo Paese ma non saremo contrari per principio ai provvedimenti che il governo varera’: valuteremo caso per caso”, dichiarano Vito Crimi e Roberta Lombardi, capigruppo al Senato e alla Camera del M5S, al termine dell’incontro con Napolitano. Nichi Vendola conferma la posizione di Sel: nessun voto di fiducia ”a un governissimo che veda la presenza del blocco berlusconiano al proprio interno”. Sostegno alle scelte del Presidente della Repubblica da parte di Scelta Civica. Spiega il coordinatore nazionale Andrea Olivero: ”Siamo per un governo stabile, con elementi di novita’, che sia in grado di fare quelle riforme chieste dal capo dello Stato”. Per quanto riguarda la composizione del governo, Mario Monti potrebbe occupare il ruolo di ministro degli Esteri. Anna Maria Cancellieri potrebbe essere confermata agli Interni. Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia, e’ in pole position per essere nominato ministro dell’Economia. Luciano Violante, Pd, e’ candidato a ricoprire il ruolo di ministro della Giustizia, mentre Gaetano Quagliarello, Pdl, potrebbe essere scelto come ministro delle Riforme. Con Violante e Quagliariello potrebbero occupare le caselle del governo alcuni degli altri ”saggi” nominati lo scorso 30 marzo da Napolitano per formulare proposte sull’economia e le riforme istituzionali, ora punti di riferimento programmatici del governo che sta per prendere il via.