CISL: RECESSIONE AVANZA MA POLITICA È MURO DI GOMMA

I temi della crisi economica e finanziaria regionale sono stati al centro dell’esecutivo della Cisl Sicilia, svoltosi stamani a Palermo. Per il sindacato guidato da Maurizio Bernava, “è inaccettabile che mentre lavoratori e imprese soffrano maledettamente per gli effetti della recessione, che avanza”, la Sicilia paghi il prezzo di una crisi resa ancora più acuta da “un fronte politico che si dimostra muro di gomma cieco e sordo alle sollecitazioni della società e alle emergenze sociali”. Per la Cisl, “la Sicilia sta toccando il livello più basso della sua delegittimazione istituzionale: una soglia pericolosa e imbarazzante”. Inoltre, sta prevalendo “un’ulteriore cecità etica nella politica, che si riflette pesantemente sulla grave situazione di crisi”. L’esecutivo sindacale ritiene che alla Sicilia non serva “un governo regionale di occupazione elettorale”, sarebbe il de profundis per l’economia. Per questo “la Cisl è contro”, e lancia anzi un duro monito a tutta la classe politica che, se non si occupa della crisi che attanaglia società ed economia, “manca di credibilità ed è destinata al fallimento”. “Risulterebbero acuite le tensioni sociali – denuncia il sindacato – e verrebbe accesa un’ipoteca sulla capacità di attrazione di investimenti in Sicilia”. L’assise Cisl sostiene, inoltre, che, “poiché la Sicilia sta pagando un costo sociale altissimo alla crisi, vadano fermati i tentativi di utilizzare i ruoli di governo per fini di consenso elettorale: una pratica ben conosciuta, che aumenterà il debito finanziario della Regione ritardando la sua capacità di sviluppo economico e sociale”. E proprio alla luce della grave crisi, l’esecutivo sindacale richiama la denuncia delle 18 associazioni economiche e sociali che l’1 marzo, per la prima volta nella storia dell’Autonomia, sfilarono assieme, a Palermo. Qualche giorno fa il cartello delle associazioni sollecitò il governo nazionale a “interventi diretti, mirati e straordinari”, sulla Regione. La Cisl è convinta che “il non governo della regione rischi di aggravare l’insostenibile condizione di oggettivo default della Sicilia, generando pesanti e inevitabili ricadute sui già precari equilibri finanziari del Paese”.