CRISI: ILO, OLTRE 200 MILIONI DI DISOCCUPATI NEL 2012

Sono cupe le previsioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) nel suo ultimo rapporto annuale sul lavoro: nel 2012, il numero di disoccupati nel mondo salirà a circa 202 milioni e continuerà a crescere nel 2013. In una preoccupante analisi, il documento pubblicato in serata a Ginevra critica ‘la trappola dell’austerità’, una certa deregulation del lavoro in tempo di crisi, e definisce ‘particolarmente preoccupanti’ le tendenze in atto in un’Europa che non riesce piú a crescere. L’anno scorso, i mercati del lavoro hanno subito gli effetti del rallentamento della crisi economica ed è poco probabile che l’economia mondiale cresca a un ritmo sufficiente nei prossimi anni per colmare l’attuale deficit di posti di lavoro e fornire un impiego agli 80 milioni di persone attese sul mercato del lavoro nello stesso periodo, spiega l’Ilo. La disoccupazione globale ha iniziato a risalire dalla fine del 2011, invertendo la tendenza degli anni precedenti, e nel 2012, il numero di disoccupati nel mondo dovrebbe quindi salire a circa 202 milioni, un dato in aumento rispetto ai 196 milioni del 2011 e pari a un tasso di disoccupazione del 6,1% . Per il 2013, gli esperti prevedono un tasso del 6,2 %. Inoltre, il numero di persone alla ricerca di un lavoro continuera’ a crescere per raggiungere i 210 milioni nel 2016, malgrado un graduale ma limitato declino dei tassi di disoccupazione.
Secondo l’Ilo, le tendenze ‘sono particolarmente preoccupanti in Europa’, dove i tassi di disoccupazione sono aumentati in quasi i due terzi dei Paesi dal 2010. Ma la ripresa del mercato del lavoro e’ ‘al punto morto’ in altre economie avanzate come Usa o Giappone. Nelle economie avanzate, il livello di occupazione non dovrebbe recuperare i livelli pre-crisi prima della fine 2016, piu’ tardi del previsto. Per l’Ilo il peggioramento della situazione illustra la trappola costituita dall’austerità e della riduzione del deficit di bilancio ‘a ogni costo’ per molte economie avanzata e in ‘primo luogo per l’Europa. L’austerità si è tradotta in una debole crescita economica, un’accresciuta volatilita’ ed un deterioramento dei bilanci delle banche all’origine di una contrazione supplementare del credito, un calo degli investimenti e quindi nuove perdite di lavoro’ si legge nel Rapporto. Il ‘World of Work Report 2012- Better jobs for a better economy’ (128 pagine) si sofferma anche sulle politiche di deregulation del lavoro ed afferma che ‘non riescono a rilanciare la crescita e l’occupazione nel breve periodo. Gli effetti sull’occupazione delle riforme del mercato del lavoro dipendono fortemente sul ciclo economico. Di fronte a una recessione, una regolamentazione meno rigorosa può portare a più licenziamenti senza sostenere la creazione di posti di lavoro. Analogamente, l’indebolimento della contrattazione collettiva rischia di provocare una spirale al ribasso dei salari, e ritardare ulteriormente il recupero. Tra gli aspetti preoccupanti, sottolinea infine l’Ilo, c’è il tasso di disoccupazione giovanile, aumentato in circa l’80% delle economie avanzate e i due terzi dei Paesi in via sviluppo.