Siria, assalto a Homs: bombe sugli ospedali

"La Siria è sempre più isolata dal mondo. E il presidente Bashar al Assad – scrive LA STAMPA – lancia un nuovo assalto alla città di Homs, per piegare la resistenza prima che la situazione gli sfugga di mano. Le ricadute del veto russo-cinese alla risoluzione Onu, che chiedeva al raiss di farsi da parte, sono continuate anche ieri. Mentre gli Stati Uniti chiudevano l’ambasciata a Damasco, ritiravano tutto il personale diplomatico e invitavano i cittadini americani a lasciare subito il Paese, e mentre la Gran Bretagna richiamava a sua volta l’ambasciatore, Mosca e Pechino difendevano il loro voto contrario al Consiglio di sicurezza di sabato e definivano le reazioni occidentali ‘isteriche’. Ma e’ chiaro che l’Occidente per ora cerca nuove strade diplomatiche, deve ‘inventarsi qualcosa’ per aiutare gli insorti siriani, anche perchè ieri lo stesso presidente americano Barack Obama ha escluso un intervento armato ‘in stile libico’. Quindi per il regime siriano la partita si sposta verso la resa dei conti definitiva con l’insurrezione armata che dalle città ribelli di Homs e Hama si sta propagando verso la capitale. Un brutale braccio di ferro a colpi di cannone, mortai e, da ieri, anche razzi lanciati dagli elicotteri. Il bilancio e’ di almeno 42 civili uccisi a Homs, dove l’artiglieria pesante ha martellato i quartieri Khaldiyeh, Baba Amro, Inshaat e Bab Sbaa. Nella provincia di Homs, i blindati del regime hanno aperto il fuoco anche a Rastan, uccidendo dieci persone, quattro vittime a Hula e a Qusair. Le forze del regime avrebbero usato anche ‘centinaia di razzi’. Un attivista dell’opposizione in citta’ ha raccontato che ‘la gente brucia i cumuli di immondizia per ingannare i sistemi di puntamento dei missili’, una misura che pero’ secondo gli esperti e’ completamente inutile. Anche l’inviato della Bbc, Paul Wood, in citta’, ha parlato di ‘bombardamenti continui dopo una breve tregua al mattino’. Un altro testimone, Danny Abdul Dayem, ha confermato il lancio di ‘almeno 300 razzi’ e l’uso di carri armati ed elicotteri. Gli insorti hanno anche denunciato il bombardamento di un ospedale nel distretto di Bab Amr, dato impossibile da verificare. La Tv di Stato siriana ha invece accusato ‘bande di terroristi’ degli attacchi contro edifici civili. Con gli insorti sottoposti a una pressione senza precedenti sul campo, il Consiglio nazionale siriano (Cns) e’ tornato a chiedere aiuto all’Occidente e ai Paesi arabi. Il presidente del Cns Burhan Ghalioun ha chiesto ai ‘fratelli arabi’ di ‘organizzare proteste’ in tutti i Paesi contro ‘l’azione criminale del regime di Assad’. Ausama Monajed, esponente nel Consiglio in esilio a Londra, chiede ‘l’invio di armi e addestramento’ per l’Esercito della Siria libera, in quella che ormai e’ ‘un’insurrezione contro Assad’. Per facilitare i collegamenti gli insorti hanno annunciato la creazione di una nuova entita’, il Consiglio superiore rivoluzionario: prendera’ il posto proprio dell’Esercito della Siria libera e sara’ guidato dallo stesso generale, Mustafa Ahmed al Sheikh, il piu’ alto in grado tra gli ufficiali disertori. Le capitali occidentali per ora si muovono in direzione dell’isolamento diplomatico. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha annunciato che i Paesi dell’Unione europea stanno valutando la possibilita’ di espellere gli ambasciatori siriani e di ritirare i propri da Damasco. Il britannico William Hague ha richiamato gia’ ieri l’ambasciatore. Piu’ drastici gli Usa che hanno chiuso la propria ambasciata ed evacuato tutto il personale. La Farnesina, a Roma, ha espresso lo ‘sdegno’ italiano per quanto sta avvenendo all’ambasciatore siriano.
Obama ha pero’ ribadito che ‘e’ molto importante cercare di risolvere’ la crisi in Siria ‘senza il ricorso a un intervento militare’, definito per ora ‘impossibile’. La Casa Bianca ha comunque ribadito che Assad e’ ‘un cavallo perdente’. Sul veto imposto sabato da Russia e Cina il piu’ drastico e’ stato invece il ministro della Difesa francese, Ge’rard Longuet, che ha affermato che ‘certe culture politiche’ meritano un ‘calcio nel sedere’. ‘Noi non proteggiamo nessuno e non abbiamo interessi personali riguardo alla situazione siriana, ma vogliamo solo giustizia’, ha replicato Liu Weimin, portavoce del ministero degli Esteri cinese. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha liquidato gli attacchi dell’Occidente come ‘indecenti’ e ‘al limite dell’isteria’"