50mila diplomati magistrale fuori dalle GaE, maxi-ricorso in Cassazione

 

Ci sono almeno dieci validi motivi per impugnare alla suprema Corte la sentenza n. 11 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato dello scorso 20 dicembre, che ha estromesso dalle GaE docenti precari con diploma magistrale. Le motivazioni toccano più punti: dall’eccesso di potere giurisdizionale al difetto assoluto di giurisdizione, fino alla violazione della Costituzione e della Cedu.

Ci sono almeno dieci validi motivi per impugnare alla suprema Corte di Cassazione la sentenza n. 11 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato dello scorso 20 dicembre che ha messo fuori dalle GaE i maestri con diploma magistrale. Le motivazioni toccano, in modo argomentato, più punti della questione: dall’eccesso di potere giurisdizionale al difetto assoluto di giurisdizione, fino alla violazione della Costituzione e della Cedu. Quattordici sono i legali patrocinanti tra cui gli avvocati Zampieri, Galleano, De Michele, Miceli: hanno agito per Anief, che ha già notificato il ricorso a Strasburgo, ha depositato il reclamo collettivo al Consiglio d’Europa e ha fornito un parere motivato firmato dall’ex presidente della Cassazione Michele De Luca per le docenti immessi in ruolo con riserva che hanno superato l’anno di prova.

 

Esemplare è il secondo rilievo espresso dal sindacato, ovvero il difetto assoluto di giurisdizione per indebita invasione della sfera dei poteri amministrativi riservati alla discrezionalità della PA, attraverso il quale si sostiene che “la sentenza impugnata va cassata perché il Consiglio di Stato ha invaso la sfera riservata alla discrezionalità dell’autorità amministrativa in quanto è pervenuta a negare la natura abilitante del diploma magistrale conseguito entro l’as. 2001/2002, benché il MIUR, avvalendosi della sua discrezionalità, avesse espressamente attribuito natura abilitante a tale titolo e inserito i ricorrenti nella seconda fascia delle graduatorie di istituto (riservate appunto agli insegnanti abilitati)”.

 

Non da meno è l’indebito sconfinamento nella sfera legislativa, considerando la “nuova norma” creata dal Consiglio di stato, in base alla “quale il diploma magistrale sarebbe abilitante ai fini dell’inserimento nelle graduatorie di istituto e non abilitante ai fini dell’inserimento nelle GaE”. I legali Anief hanno inoltre evidenziato l’inosservanza delle indicazioni degli articoli 6 e 13 della Cedu, dell’art. 1 del protocollo 1 alla Convenzione, nonchè degli articoli 47 e 52 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, poichè il Consiglio di Stato “non ha offerto ai ricorrenti una tutela effettiva e sufficiente contro l’arbitrio della PA., che ha potuto impunemente riassumere a termine i ricorrenti per quasi un ventennio e precludere loro l’accesso alle GAE nonostante ben 7 sentenze della VI Sezione del Consiglio di Stato avessero accertato l’illegittimità della loro esclusione dalla GAE”.

 

“Questa nuova azione legale – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – permetterà di chiedere la sospensione dei processi e il congelamento delle posizioni delle 50 mila maestre che insegnano nelle nostre scuole in attesa di una risposta della politica sulla richiesta della riapertura delle GaE: è una richiesta per noi fondamentale, i cui esiti interessano anche tutto il resto del personale regolarmente abilitato all’insegnamento che continua ad essere lasciato senza ragione fuori dalle supplenze annuali e delle stabilizzazioni”.

 

“Per tutti questi motivi – conclude il sindacalista autonomo – l’unico modo per uscire da questa situazione rimane la soluzione politica, sulla scia della richiesta di decreto urgente proposto da tempo dall’Anief: per rivendicarne l’adizione, per chiedere a gran voce la riapertura straordinaria delle GaE dopo essere riuscita nella XVI legislatura a riaprirle due volte al personale docente abilitato, l’8 gennaio scorso e l’ultimo nel giorno d’insediamento delle Camere dei deputati abbiamo organizzato due riusciti scioperi. E ci accingiamo ad organizzarne un terzo per il 2 e 3 maggio prossimi”.