
“Entrare dentro l’ospedale San Camillo è come arrivare all’ingresso di un girone infernale dantesco”. Lo afferma il presidente di AssoTutela, Michel Emi Maritato che denuncia il degrado di un ospedale appena ristrutturato ma che mostra già i segni dell’abbandono. “Alcuni padiglioni da poco rinnovati sono già in condizioni fatiscenti – continua Maritato – per non parlare dei sotterranei, il cui restyling concluso nel 2011 è ora vanificato, causa infiltrazioni di acqua che hanno richiesto nuova manutenzione. Chi paga tali inefficienze?” Il presidente dell’Associazione si sofferma poi sull’aspetto assistenziale, “C’è un preoccupante aumento delle attese in pronto soccorso con una improponibile permanenza in barella che può durare anche alcuni giorni, nell’attesa di un posto letto, che diventa sempre più una chimera nella nostra Regione, tanto che al San Camillo si è tornati ai letti in soprannumero nei corridoi dei reparti, come negli anni Settanta. Sono questi i progressi della nostra sanità?” si chiede Maritato. Ulteriore criticità, riscontrata da un monitoraggio di AssoTutela, riguarda le gravi carenze di infermieri, medici, tecnici. In reparti specialistici l’attività programmata, anche per patologie di rilievo, è ferma da mesi e vengono eseguite solo le procedure in urgenza. “In una azienda di tale importanza – conclude Maritato – non si può andare avanti facendo ricorso al precariato, ai contratti atipici, con professionisti retribuiti sotto i minimi di legge, in violazione delle norme. Sono tutti effetti della politica di tagli a cui una direzione miope non ha saputo opporsi, scaricando i sacrifici sulla pelle dei cittadini. Nei prossimi giorni la nostra Associazione valuterà se ricorrano gli estremi per diffidare il direttore generale Aldo Morrone che, con la sua inerzia, mette in discussione la garanzia del diritto alla salute dei cittadini”.