La nota stonata: Quando muoiono gli immortali

Ornella Vanoni, la Kessller e Villaggio e Costanzo e Jannacci e Baudo e tutti gli altri che pensavamo immortali, muoiono. Paginate e paginate sui giornali, appostati come jene in attesa, l’orrore degli applausi ai funerali, le commemorazioni di gente che spesso parla solo di sé, dove il morto diventa un pretesto, diventano sceneggiature usurate ma sempre in voga.

La morte chiede silenzio, la più alta forma di rispetto e di comunicazione ma – nel circo ignorante in cui viviamo – sembrano parole assurde. Non a caso l’antica tradizione circense prevede che, se cade il trapezista, entrano i clown, merce non più artistica come una volta ma oggi molto più diffusa e trasversale.

Muoiono gli immortali e lasciano un vuoto inimmaginabile. Dopo di loro, i già morti continuano a vivere e il confronto di tempi e persone troppo spesso è disperante.

Carlo Romeo, giornalista e scrittore, collaboratore Aduc