Mediterraneo centrale, UNHCR: a maggio +9% di arrivi via mare, +9% rispetto al 2024

Sono 7.178 le persone sbarcate sulle coste italiane nel mese di maggio 2025. Il dato mostra un aumento del 9% rispetto al mese precedente (6.578).  

Da gennaio sono stati registrati 22.971 arrivi via mare, un aumento del 9% rispetto allo stesso periodo del 2024 (21.113).  

Le persone arrivate sulle coste italiane a maggio sono partite da Libia, Tunisia, Turchia e Algeria. La Libia è stata anche questo mese il primo Paese di partenza, con circa il 93% di tutti gli arrivi via mare in Italia.

Il 74% delle persone arrivate a maggio sono sbarcate a Lampedusa. Altri porti di sbarco includono Ancona, Genova, Salerno, Ravenna, Carrara, Livorno, Ortona, Bari, La Spezia, Roccella Ionica, Crotone, Pozzallo, Porto Empedocle, Porto Pino, Cagliari, Portopalo di Capopassero.

Da inizio anno, le nazionalità di origine prevalenti sono state: Bangladesh (33%), Eritrea (16%), Egitto (10%), Pakistan (10%), Etiopia (5%), Siria (5%), Sudan (3%), Somalia (3%), Guinea (2%) e Nigeria (1%).

3 persone sono decedute e 6 risultano disperse in base alle testimonianze raccolte dal nostro staff su quattro incidenti avvenuti nel mese di maggio lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

L’UNHCR è presente nei luoghi di sbarco dove continua a supportare con team dedicati le autorità italiane, in collaborazione con le agenzie nazionali ed europee e gli altri partner, per fornire informazioni ai nuovi arrivati e per una pronta individuazione e la tempestiva presa in carico dei minorenni e delle persone più vulnerabili presso servizi e cure specializzati.

L’UNHCR continua a sollecitare gli Stati a potenziare risorse e capacità per adempiere efficacemente alle proprie responsabilità. In particolare, rinnova il suo appello alla collaborazione per rafforzare i meccanismi di ricerca e soccorso in mare e per promuovere un più ampio accesso a percorsi sicuri e regolari nell’Unione Europea per le persone in cerca di protezione internazionale.

Infine, l’UNHCR avverte che la riduzione dei finanziamenti umanitari a livello globale sta colpendo duramente i rifugiati e le comunità che li ospitano. Fra le conseguenze, si allontana anche la prospettiva di soluzioni a lungo termine, complicando la gestione delle frontiere, aumentando i rischi di traffico e abuso e incoraggiando gli spostamenti successivi, con il numero di morti in mare che potrebbe aumentare.