Tasmania: un esempio aborigeno

Da quando gli esploratori hanno cominciato a espandere i nostri orizzonti, il mondo è diventato sempre più piccolo. Con la tecnologia moderna, il mondo è ai nostri piedi: possiamo farci arrivare pacchi ovunque con poche difficoltà, e negozi e ristoranti ci fanno viaggiare con gli occhi e con il palato. Dietro la succulenta bistecca o il dolce frutto esotico si nasconde però un mondo di trasporti, emissioni, sfruttamento e deforestazione. La nostra continua ricerca di comodità ci ferma dal cercare alternative, e a soffrire è il nostro pianeta. E se provassimo a migliorare le nostre abitudini guardando agli abitanti nativi di territori lontani, come gli aborigeni della Tasmania, come esempio di produzione locale?

Delizioso e locale, si può!

Il mondo senza confini in cui viviamo ci ricorda ogni giorno ciò di cui l’uomo è capace, con i suoi costanti miglioramenti nei campi delle infrastrutture e della tecnologia. Dall’altro lato, dimostra che l’umanità è accecata dalla continua caccia alle comodità del mondo moderno. Eppure, ci sono popolazioni nel mondo che vivono in modo molto diverso rispetto al frenetico Occidente.

È così per esempio in Tasmania e in altre zone dell’Australia e della Nuova Zelanda. In questi territori, molte persone vivono interamente a contatto con l’ambiente, come insegnano gli aborigeni e i maori da migliaia di anni. Nelle zone più remote si trovano gli ingredienti più freschi del mondo, grazie al terreno fertile e alla pulizia di aria e acqua. Persino Gordon Ramsay, il famoso chef inglese, è rimasto sbalordito dalla Tasmania quando vi si è recato per la sua ultima serie televisiva con il National Geographic, Uncharted. Qui, ha imparato a cucinare dai nomadi aborigeni utilizzando solo prodotti locali come ricci di mare, aragoste, miele selvatico e ciliegie, oltre alla carne di wallaby. Senza alcun prodotto importato, Gordon Ramsay è riuscito a preparare e servire un pasto da stella Michelin.

 

Questo stile di vita e le usanze antiche ma innovative ci dimostrano che probabilmente abbiamo molto da imparare da aborigeni, maori e da tutti i popoli che limitano le importazioni di cibo concentrandosi sul territorio. Insieme possiamo costruire un mondo più pulito, con un maggiore apprezzamento e cura nei confronti della natura. Uniamoci nel dare priorità alla conservazione del nostro indispensabile ambiente naturale. Dopotutto, le nostre giovani generazioni ne sono già molto consapevoli. Gli studenti dovrebbero viaggiare in luoghi come la Tasmania e la Nuova Zelanda per sperimentare questo stile di vita e trarre ispirazione per aree più densamente popolate. Richiedendo online un visto elettronico per l’Australia, visitare questi territori è sempre più semplice.

Una visione diversa del lusso

Noi occidentali siamo ormai abituati a equiparare lussi a necessità. La gente crede di non poter vivere senza le banane del Brasile o i chicchi di caffè dell’Etiopia. Per la maggior parte delle persone abituate alla società capitalista, una vita spogliata fino all’essenziale è del tutto impensabile. La nostra attuale mentalità “lavora fino alle cinque” non ci permetterebbe di provvedere al proprio approvvigionamento alimentare come in Tasmania. Tuttavia, il periodo più buio della pandemia ci ha insegnato che cambiare si può, e a volte, si deve. Quando i trasporti internazionali sono stati drasticamente ridotti, ci siamo rivolti alle imprese locali per soddisfare le nostre esigenze quotidiane. Più persone acquistavano localmente e sostenevano le piccole imprese che altrimenti sarebbero state spazzate via dalla crisi.

Questi cambiamenti hanno avuto conseguenze positive anche in natura. Abbiamo visto i delfini raggiungere aree solitamente dominate dalle imbarcazioni, e i cinghiali e i caprioli sono usciti dai boschi per vagare nelle strade deserte. Riducendo il traffico globale, il mondo diventerebbe più pulito per gli animali ma anche per le persone.

A causa della dipendenza quasi totale dal cibo importato, quando questa catena si blocca, ad esempio a causa di una pandemia, i problemi sono inevitabili. Oltre al fatto che una produzione e distribuzione di cibo su scala ridotta gioverebbero a tutto il pianeta, la crisi derivata da una pandemia potrebbe essere alleviata. Il cibo locale è più fresco e il suo trasporto genera meno emissioni dannose.

Trai ispirazione da un viaggio

Il mondo è ai piedi delle giovani generazioni, che dagli aborigeni della Tasmania potrebbero trarre ispirazione. I cittadini dei Paesi dell’Unione Europea possono richiedere il visto per l’Australia valido per 12 mesi, tutto il tempo necessario per esplorare a fondo l’incontaminata Tasmania. Lo stile di vita di aborigeni e maori non è replicabile nelle grandi città, ma le aree urbane potrebbero concentrarsi di più sulle piccole imprese che forniscono prodotti alla regione o al Paese. Al momento della richiesta del visto, è possibile contribuire alla compensazione delle emissioni di CO₂ del viaggio, in modo che anche il viaggio stesso punti a un futuro più sostenibile.