Internet e realtà. Cosa ci insegnano i dati Istat. Realtà sì, ma …

Istat ha pubblicato i dati sul consumo di Internet nel 2024 (1). Il dato messo maggiormente in evidenza è che una persona su due acquista online, essenzialmente abbigliamento, articoli per la casa, mentre è in calo il rapporto con la Pubblica amministrazione, si scaricano meno moduli e si prendono meno appuntamenti… anche se in tanti avremmo sperato il contrario, ma abbiamo dovuto affrontare la diffusa scarsa semplicità e chiarezza d’uso dei web della PA.

Colpisce anche che solo il 60% di anziani usi la Rete da casa, visto che gli anziani di oggi erano adulti utilizzatori medi quando Internet si affermava nella fine del secolo scorso… per cui ci viene il dubbio che si tratti di abbandono più che altro o, al massimo, di reazione da overdose dopo che si è utilizzata la Rete in ufficio.

Visto che tre persone su quattro utilizzano la Rete per chattare, occorre porre attenzione su quelle che sono le conseguenze, chè spesso la realtà di scambi di comunicazioni e informazioni online altera la realtà.

E’ noto che i consumatori di Internet sono vittime di algoritmi che indirizzano ricerche e informazioni sulle preferenze del navigatore, sovradimensionando fatti e opinioni che non sono specchio della realtà ma accumulate ad arte per compiacerlo, incluse le offerte commerciali.

In questo contesto si diffonde una tendenza, soprattutto degli operatori dell’informazione che rilanciano in molteplici direzioni i dati che raccolgono, a dare credibilità – e quindi in in un certo senso “dignità” – ad informazioni che altrimenti resterebbero per quel che sono: marginali, insignificanti, false e strumentali.

L’operatore medio dell’informazione è alla ricerca spasmodica dello scoop che, più truculento e assurdo gli pare, viene utilizzato per la propria affermazione professionale.

Un esempio: se in Rete si dà di nazista alla sen. Segre, non può che essere strumentale per la confusione. Ma se questa notizia diventa scoop, anche di allerta, amplificandolo senza rendersi conto che è proprio quello che gli imbecilli che danno di nazista alla Segre vorrebbero, si arriva a farla diventare anche notizia di apertura dell’informazione di Stato (Rai). Qui entra in gioco anche la professionalità degli operatori, verso la quale – purtroppo – spesso non possiamo che prendere atto della sua assenza.

A noi comuni mortali, navigatori di varia tacca, occorre ricordare che se leggiamo qualcosa di particolarmente “truculento” in Rete, il primo pensiero dovrebbe essere sulla sua falsità. Poi ognuno ne faccia l’uso che ritiene più opportuno, ricordandoci che questo è proprio “il bello” della Rete.

Alcuni imperativi: responsabilità, consapevolezza, senso civico.

1 –

https://www.aduc.it/notizia/internet+navigatori+2024+quasi+persona+due+fa_141100.php

 

 

Vincenzo Donvito Maxia, presidente Aduc